Porto delle immagini al Bastione Fiorito
L’Alinari Image Museum, incentrato sulla fotografia digitale, aprirà a ottobre. Sarà anche un punto di scambio di culture

Un porto delle immagini, un luogo di incontro e scambio di immagini digitali, delle culture a cui le fotografie appartengono e delle tante storie che raccontano. Si tratterà principalmente di “digitale”, che pur nella modernità tecnologica riesce a trasmettere emozioni come le “vecchie” immagini nate sulla pellicola.
Sarà questo, e tanto altro, l’Alinari Image Museum (Aim) che sta nascendo al Bastione Fiorito del Castello di San Giusto, la cui apertura è prevista agli inizi di ottobre. «Una sede prestigiosa, con potenzialità straordinarie - è l’opinione della Fratelli Alinari - che ha anche l’obiettivo di ridare al castello la centralità che gli compete. Trovarsi al centro dell’Europa è poi di per sè garanzia di creare interesse in un bacino di utenza molto esteso».
Se il museo Alinari di Firenze raccoglie e storicizza la fotografia tradizionale su supporto cartaceo (vedi riquadro a fianco), l’Aim di Trieste sarà il luogo che racconterà l’evoluzione dell’immagine nell’era della fotografia digitale. Per inciso, Alinari già da molti anni ha avviato un programma di digitalizzazione dei propri archivi, e ad oggi sono già 350mila le immagini “elettroniche” ad altissima definizione.
Quello del Bastione Fiorito sarà, come si comprende, un museo della fotografia a 360 gradi. Non solo, sarà il primo museo multimediale del genere in Italia e, per come è stato concepito, fra i primi in Europa. Senza dimenticare che, utilizzando apparecchiature tecnologiche modernissime e i software più avanzati, sarà anche tra i musei più all’avanguardia su questo piano. Cuore del museo, un “database” che conterrà 50mila immagini digitalizzate, ciascuna con i relativi metadati in italiano e in inglese. Immagini che i visitatori potranno ricercare, con appositi computer, attraverso 60 classi semiologiche e 8mila parole chiave.
Nei 500 metri quadri in cui si svilupperà il museo troveranno spazio due sezioni, entrambe di tipo interattivo: una multimediale, impostata interamente sull’immagine digitale e anche luogo per sperimentare l’elaborazione dell’immagine stessa, e una sezione multimediale/fotografica, rivolta appunto sia alla multimedialità sia alla fotografia cartaceo/analogica. Non mancherà poi l’attività didattica, con workshop dedicati alla tecnologia digitale e alle sue applicazioni.
Le due sale saranno l’una il completamento dell’altra, un percorso unitario che presenterà ai visitatori le forme più innovative di divulgazione dell’immagine digitale ma che farà conoscere anche le più importanti collezioni di fotografia tradizionale, ivi compreso il patrimonio degli archivi fotografici di Trieste. «Vogliamo valorizzare anche collezioni e temi locali - spiega il presidente di Alinari, Claudio de Polo Saibanti -. Faremo così vedere le raccolte fotografiche del Comune, dell’Università, di aziende e di singoli fotografi. Sono infatti le esposizioni temporanee quelle che attirano il pubblico». I visitatori avranno quiandi a disposizione un’offerta completa, che tra l’altro porterà a Trieste fotografi di fama internazionale.
L’avvio dei lavori per la realizzazione del museo sta già destando l’interesse e la collaborazione di importanti partner istituzionali e scientifici. «A febbraio - precisa il presidente - abbiamo rinnovato la convenzione con l’Università di Trieste, che più avanti contiamo di estendere a quelle di Udine e Gorizia. Questi accordi ci permetteranno di accedere, su temi specifici, al grande serbatoio costituito dai ricercatori e dai dipartimenti. Abbiamo poi intenzione di rifare le convenzioni con altre realtà come la Sissa, l’Area Science Park, il Trieste Film Festival, ma anche con il Politecnico di Torino. Enti e istituzioni con i quali, dal 2004 al 2013, abbiamo firmato una dozzina di convenzioni. E poi - sottolinea - vogliamo lavorare anche con le nazioni vicine, a cominciare da Slovenia e Croazia, nello spirito dell’idea originaria da cui è nato il museo». Un ruolo importante lo avrà quindi lo scambio di immagini e di mostre digitali, in via privilegiata con le università di tutta Europa.
Un museo-laboratorio, dunque, al quale guardano già anche partner tecnologici di livello mondiale (grandi aziende dell’informatica), interessati a collaborare in quanto vedono nell’Aim una “vetrina” verso l’Est per le loro più avanzate tecnologie.
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