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Il reddito minimo diventa un prestito

Controproposta di Ncd e Autonomia responsabile sulle misure antipovertà. Bonus fino a 850 euro per famiglie in difficoltà

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TRIESTE. Dopo il reddito di cittadinanza e quello minimo garantito c'è chi pensa al reddito fiduciario. Un contributo alle famiglie in difficoltà tra i 750 e gli 850 euro al mese a seconda del numero dei componenti. Nome e progetto sono del Nuovo centrodestra, di Autonomia responsabile e di Fratelli d’Italia. Il centrodestra, insomma, senza Forza Italia. «Le sinergie si fanno sui temi di comune interesse, ma mi auguro che aderiranno in futuro, e magari non solo loro», dice Alessandro Colautti anticipando qualche informazione sulla proposta di legge che verrà illustrata domani a Udine in conferenza stampa.

La novità chiave dell’iniziativa rispetto alla proposta del Movimento 5 Stelle e a quanto sta preparando la giunta per concretizzare i 10 milioni accantonati in Finanziaria in funzione anti-povertà? Quella di un sostegno pubblico sotto forma di prestito. In sostanza, spiega Colautti, «superando la visione di un supporto passivo, vale a dire che non impegna il beneficiario a risolvere attivamente il suo problema occupazionale», l’intenzione è di prevedere un’integrazione al reddito che consenta di vivere con dignità la fase in cui ci si ritrova a casa. «Dopo di che, una volta recuperato un posto di lavoro, il prestito ricevuto dalla Regione andrà restituito. Di qui il termine “fiduciario” che caratterizza la proposta: alla solidarietà si dovrà rispondere con un approccio di responsabilità». Tempi e modalità della restituzione, senz’altro graduale, verranno precisati in conferenza stampa, ma c’è una cifra di riferimento: i 750 euro mensili per un nucleo familiare di una persona, che diventano 850 nel caso di due o più persone. La copertura? «Pensiamo in partenza proprio ai 10 milioni della giunta, che non hanno vincolo di destinazione».

Un approccio «liberale, popolare», precisa il consigliere regionale del Ncd non dimenticando che il reddito di cittadinanza, quello della versione illyana, fu un intervento che la giunta Tondo abrogò non appena riconquistata la Regione. «Vista la crisi - approfondisce Colautti -, non possiamo non prendere atto, ragionevolmente, che la questione di un sostegno a chi rimane senza un lavoro è al centro di un dibattito molto ampio, nazionale e locale. Il centrodestra è sempre stato contrario a ipotesi di assistenzialismo continuativo, per questo pensiamo a qualcosa di decisamente diverso». Nell’annuncio della conferenza stampa che domani unirà a Colautti anche Renzo Tondo (Ar), che ha sottoscritto la proposta assieme a Paride Cargnelutti (Ncd), Luca Ciriani (FdI), Roberto Revelant (Ar), Valter Santarossa (Ar) e Giuseppe Sibau (Ar), il capogruppo Ncd spiega appunto di voler sostituire «il modello di sussistenza mortificante caratterizzato dal reddito di cittadinanza e dal minimo garantito, con i concetti di merito e fiducia capaci di aiutare e stimolare le persone nell’inserimento del mondo del lavoro».

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