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“Balletto” sulla Ferriera Cosolini apre la verifica

Il primo cittadino reclama «un rapido e approfondito chiarimento politico con Sel Nessuno della maggioranza può dire che il sindaco di Trieste è Arvedi»

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Tutti di nuovo assieme appassionatamente. In una situazione surreale. In Municipio, giovedì sera, è andato in scena un consiglio comunale di Trieste da perfetto teatro dell’assurdo. Alla fine tutti votano a favore della petizione popolare presentata dal cittadino Nevio Tul e sottoscritta da 247 abitanti di Servola per la chiusura dell’area a caldo della Ferriera. Vota a favore anche chi aveva dichiarato in aula di votare contro (l’intera maggioranza esclusa Sel).

Il colpo di scena arriva dal sindaco Roberto Cosolini che poco prima delle 22 prende la parola e dichiara, tra lo sconcerto generale, di voler votare a favore della mozione (accettando «l’impegno a fare una verifica»), gelando la maggioranza e provocando l’uscita dall’aula per protesta dei tre presentatori della petizione popolare. Surrealismo puro come il passaggio successivo che vede il consigliere di opposizione Paolo Rovis (Ncd) chiedere una sospensione della seduta per permettere alla maggioranza di fare una sintesi. All’incontrario. Alla fine arriva l’«aureo» compromesso, in assenza del capogruppo Marco Toncelli, che salva maggioranza, consiglio comunale e cittadini.

«Ringrazio tutta la maggioranza che ha condiviso la mia proposta, pur avendo i numeri necessari per prevalere anche con l’eventuale voto contrario di Sel e di tutta l’opposizione. Ho fatto questa scelta per mantenere un dialogo con i cittadini» dice il giorno dopo Cosolini chiedendo però un’immediata verifica di maggioranza. «Nessuna mediazione, quindi, con posizioni espresse nei giorni scorsi per la chiusura dell’area a caldo da parte di chi si ergeva a unico interprete della coerenza del programma del sindaco. Su questo sono io a voler un rapido e approfondito chiarimento politico» afferma il sindaco che già in aula aveva anticipato: «Con Sel dobbiamo vederci in separata sede perché nessuno può dire in giro che il sindaco è Arvedi». Sel, che ha visto gli altri rientrare nella maggioranza (secondo la sua interpretazione), non nasconde la soddisfazione. «Non mi piace stravincere - spiega il capogruppo Marino Sossi -. Una volta tanto ha vinto il buon senso. Il sindaco ha preso atto che non si può votare contro una petizione popolare. Se il consiglio comunale vota contro i cittadini vuol dire che è morto».

Ma non tutti sono d’accordo nel farla passare liscia. «Sono stufo di Sel - spiega Roberto Decarli (Trieste Cambia) -. Il sindaco deve chiarire la posizione con loro. C’è un problema politico che non riguarda solo la Ferriera. Il loro comportamento non è di maggioranza». Media Iztok Furlanic, presidente del Consiglio comunale: «Un chiarimento della maggioranza è necessario da qui a fine legislatura, ma non vedo questo grande problema». E l’opposizione “stampella”? «A meno di un’ubriacatura collettiva la petizione dei cittadini non poteva che passare all’unanimità. Il minimo dopo vent’anni di prese in giro sia a destra che a sinistra» spiega Franco Bandelli (Un’Altra Trieste). «Il sindaco si è reso conto che la sua posizione era indifendibile e ha dato ordine al Pd di votare a favore. È la prima pietra per la chiusura dell’area a caldo» spiega Everest Bertoli (Forza Italia).

«Ho ribadito e ribadisco che “ridiscutere l'eventuale chiusura dell’area a caldo” vuol dire per la maggioranza una perfetta continuità con ciò che abbiamo concordato con la Regione e col Gruppo Arvedi, ovvero che l’area a caldo continuerà se gli interventi decisi da Arvedi saranno efficaci dal punto di vista ambientale. Io sono fiducioso che lo saranno e che in quel luogo si potrà dar lavoro a 700 persone senza provocare danni all’ambiente e alle persone» precisa “a freddo” il sindaco. Questioni di punti di vista.

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