Vie legali, nascono malumori nel Comitato
Qualcuno lascia in aperto dissenso dopo che in 400 hanno ingaggiato uno studio di avvocati di Bologna

È tempo di comitati. E di avvocati. Partiamo dai primi. Anzi, dal primo. Quasi un centinaio sono stati quelli che venerdì mattina hanno raccolto l’invito a manifestare sotto il palazzo della Regione, in piazza Unità, da parte del Comitato tutela soci Coop, lo stesso gruppo di attivisti che ha installato il proprio infopoint all’ex Albo pretorio del Municipio al mercoledì e al sabato, dalle 9 alle 12, su espressa volontà del sindaco Roberto Cosolini, che ne ha concesso l’uso in forma gratuita.
Gira voce però che, al di là della facciata, in tale Comitato stiano maturando purtroppo delle fratture.
Alcuni se ne sarebbero addirittura andati, in aperto dissenso con la “vicinanza” data proprio dal Comitato allo studio Maffei Alberti di Bologna, rappresentato nei giorni scorsi dall’avvocato triestino Donatella Cerqueni nella saletta al primo piano del Savoia, dove come è noto si sono presentati più di 400 titolari di libretto Coop pronti a pagare 126 euro per farsi rappresentare e tutelare in questa fase ai fini del recupero dei propri soldi. Con una primissima iniziativa, immediata, che si è concretizzata nella preparazione da parte dello studio di altrettante 400 e più istanze di escussione della fideiussione del 30%, tutte debitamente firmate dai soci prestatori aderenti a queszta sorta di “pre” class-action.
Arriviamo così al punto numero due. Gli avvocati. Sempre in questi giorni, è arrivata al Piccolo una precisazione inviata direttamente dal titolare dello studio legale in questione, il professor Alberto Maffei Alberti, luminare di diritto fallimentare, a proposito della notizia che si può leggere su internet di una condanna a suo carico a dieci mesi con la condizionale per dichiarazione infedele quando era presidente del Cda di una banca.
«In relazione alla notizia apparsa su Facebook nonché sul quotidiano Il Piccolo di Trieste - scrive il professor Maffei Alberti - si precisa che la condanna, cui viene fatto riferimento, è stata comminata all’esito di un primo grado di giudizio. Nei confronti di tale condanna è stato proposto appello, ed il giudizio è ad oggi pendente. Si confida che in sede di appello verrà ristabilita la verità dei fatti, e cioè la piena correttezza del comportamento del professor Alberto Maffei Alberti».(pi.ra.)
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