Consegnata la “Britannia”, orgoglio della città
Oggi la cerimonia di consegna della nave a P&O, ieri la serata a teatro con l'armatore Miki Arison

E' stata consegnata questa mattina, nello stabilimento Fincantieri di Monfalcone, la "Britannia": con le sue 144.000 tonnellate di stazza lorda, 330 metri di lunghezza e 38 di larghezza, è la più grande nave passeggeri mai costruita da Fincantieri. Conta 1.837 cabine (75% dotate di balcone), e può ospitare oltre 5.700 persone, compreso l'equipaggio.
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Ma la “Britannia” era approdata già ieri in città. Approdata, anche, nel cuore dei monfalconesi che per la prima volta hanno “toccato con mano” l’ennesimo gioiello dei mari, e questa volta un concentrato di record, tra eleganza, stile, alta tecnologia, destinato a diventare l’ammiraglia di P&O Cruises. Teatro gremito, tra autorità istituzionali, militari, e le maestranze, ringraziate in più occasioni. Il primo ad arrivare è stato l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono.
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L’armatore Miki Arison alle 18.15 ha fatto ingresso al Comunale. La serata, condotta da Daniele Benvenuti, s’è aperta con un filmato dedicato ai 100 anni del cantiere di Panzano. È sfilata la storia che dai fratelli Cosulich ha raggiunto i giorni nostri. Quelli del Gruppo Fincantieri, uno dei principali operatori a livello mondiale nel settore della costruzione navale ed il più grande tra i produttori occidentali. In regione parliamo di 2.500 addetti tra Trieste e Monfalcone, e di un indotto di oltre 400 aziende fornitrici. Di cifre da capogiro, ieri sera, ne sono passate, anche quando l’ingegner Giuseppe Torrente, capo della progettazione navi mercantili di Fincantieri, ha illustrato le caratteristiche di “Britannia”, preceduto da un filmato.
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Ma la festa è stata anche un momento per “dialogare” tra il cantiere e la città. Bono non ha mancato di franchezza, dopo aver ringraziato il sindaco e il Consiglio comunale che hanno rivolto a Fincantieri l’invito a partecipare alla serata e aver salutato l’«amico» Arison, principale committente, il più grande investitore straniero in Italia. «Questa - ha detto Bono - è una giornata di festa. Un’altra nave se ne va e stiamo già lavorando alla prossima. Certo i problemi e i disagi, specie in passato con il calo di commesse, non sono mancati. Ma Monfalcone è una città, per ceri versi, eccezionale, che ha saputo accogliere, forse l’unica in Italia. L’immigrazione non è recente, ed è stata massiccia. Ora però il lavoro lo abbiamo».
Ha parlato di competitività proiettata nel futuro. E ha lanciato un appello: «Non possiamo permetterci di avere nessuno contro. Intendiamo difendere il cantiere da chi cerca di farlo sparire. Non lo permetteremo. La città è il cantiere e il cantiere è la città. Il futuro di questo stabilimento dipenderà da Monfalcone, che ha dato tanto e ha ricevuto tanto».
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Il sindaco Silvia Altran, che ha aperto gli interventi, ha definito questa festa il «saluto che la città vuole dare a “Britannia”, in una sorta di sintesi di oltre 100 anni di storia. Ancora oggi la connessione tra città e cantiere è diretta e comporta un impatto che richiede risposte e soluzioni adeguati. L’obiettivo è quello di condividere un progetto che tenga conto di un equilibrio anche sotto il profilo sociale e culturale».
Ha parlato anche di «orgoglio nel far parte del cantiere dal quale si deve ripartire, contemperando creatività, flessibilità e rigore alla pazienza della comunità dimostrata negli anni integrando gli immigrati». Dopo la dettagliata esposizione tecnica dell’ingegner Torrente, è seguito l’intervento di David Pickett, in rappresentanza di P&O. Dulcis in fundo la consegna dei sigilli all’ad Bono, all’armatore Arison e al comandante di “Britannia”. E quando la Altran ha spiegato a Bono che il municipio in ristrutturazione sarà pronto nel 2016, augurandosi che per quella data vengano superate le criticità, l’ad ha risposto sorridendo: «Bene, vorrà dire che mi candiderò sindaco».
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