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Reddito minimo sotto i 6.500 euro annui

Allo studio il modello trentino. L'assessore Telesca: «Sarà una misura universale. E il primo criterio sarà l’Isee». Oggi la presentazione della proposta a una tavola rotonda della Cgil con la Camusso

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La giunta regionale sta lavorando alle misure anti-povertà 

Sarà una misura «attiva» di sostegno al reddito. E «universale», sottolinea Maria Sandra Telesca osservando che a più di qualcuno, anche per un breve periodo di tempo, può capitare di vivere in condizioni di gravità ai limiti della povertà. Il parametro chiave, altra certezza, sarà l’Isee, l’indicatore economico principale nel settore del welfare.

Un primo punto di riferimento, in attesa di completare le simulazioni in corso, è quello che arriva dalla Provincia autonomia di Trento, lì dove si è disposto il sussidio pubblico per chi vive con meno di 6.500 euro di reddito familiare annuo.

Il reddito di cittadinanza della giunta Serracchiani sta prendendo forma. «Abbiamo incontrato i sindacati, raccolto le loro sollecitazioni, studiato la materia su più fronti», chiarisce l’assessore regionale alla vigilia della presentazione della proposta della Cgil, oggi a Pasian di Prato, presente la segretaria nazionale Susanna Camusso.

«Quello che possiamo sin d’ora assicurare – prosegue Telesca – è che si tratterà di una misura di carattere non categoriale ma universale, un sostegno al reddito il cui primo criterio di selezione sarà l’Isee». Tenuto conto dei ricalcoli imposti dalla rimodulazione dell’indicatore della situazione economica equivalente dopo la riforma scattata dal primo gennaio 2015, la Regione pare avere tra l’altro come punto di riferimento il modello Trento.

In quella Provincia lo strumento è stato introdotto nell’ottobre 2009 come integrazione del reddito fino a 6.500 euro annui, cifra calcolata per un single, innalzata in base al numero di componenti del nucleo familiare e corretta in base a un indicatore dei consumi. Il peso sul bilancio è stato di circa 20 milioni di euro in cinque anni, ma il tasso di povertà è stato di fatto dimezzato. «Non è l’unico modello nella nostra agenda – puntualizza Telesca –, dato che guardiamo con attenzione anche al dibattito nazionale sul tema, e quindi alla sperimentazione in corso del Sia (Sostegno per l’inclusione attiva), ma certamente i primi riscontri dell’iniziativa trentina possono indicare una strada che noi poi integreremo con le peculiarità del territorio e all’interno della riforma complessiva del welfare».

Come infatti annunciato anche dalla presidente della Regione, l’intenzione è di fare approvare dal Consiglio regionale entro giugno il sostegno al reddito a favore di quelle persone che non usufruiscono di altri contributi e incentivi, integrando protezione sociale e percorsi di reinserimento lavorativo, nel contesto di un riordino (che interesserà anche gli assessorati Panariti e Santoro) delle varie misure della legislazione regionale che prenderà in considerazione sia le categorie di beneficiari, sia i tempi di erogazione. Probabile, come già accaduto nella Finanziaria di quest’anno per quel che riguarda le rette degli asili nido, che la Regione intervenga in modo da erogare i benefici per l’accesso anche ad altre forme di welfare non più come rimborso, ma come anticipo.

La platea degli interessati al contributo anti-povertà? Al momento, spiega Telesca, non è possibile fare una stima precisa. Alcuni riferimenti possono però far prevedere che a essere interessate saranno qualche migliaio di persone. Come accade per esempio per il Fondo di solidarietà a disposizione dei Comuni, 11 milioni all’anno per circa 5mila assistiti in situazioni di marginalità individuati dal settore dell’assistenza sociale (in questo caso il tetto dell’Isee è di 8.200 euro).

Qualche novità sul fronte delle cifre potrebbe arrivare oggi all’incontro promosso dalla Cgil. Oltre a Camusso e a Telesca, interverranno a una tavola rotonda Cristiano Shaurli, Riccardo Riccardi, Giulio Lauri e Cristian Sergo per i gruppi consiliari di Pd, Fi, Sel e M5S, Maurizio Canciani, Chiara Cristini e Alessandro Russo dell’Ires Fvg, la responsabile welfare della Cgil Orietta Olivo, che aprirà i lavori, e il segretario generale Franco Belci.
 

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