In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

«Allarme profughi, si presidino i confini»

Il centrodestra invoca misure straordinarie in Friuli Venezia Giulia e critica Serracchiani: «Ha negato a lungo l’evidenza»

2 minuti di lettura
Profughi all'ex Sacra Osteria (Foto Lasorte) 

TRIESTE. «Benvenuta Serracchiani nel mondo reale». La battuta è del segretario regionale della Lega Nord, Massimiliano Fedriga, ma sintetizza il pensiero del centrodestra che chiede a gran voce interventi più radicali in tema di immigrazione. Dopo che la governatrice ha dichiarato la necessità di equiparare gli ingressi via terra a quelli via mare per allentare la pressione sul Friuli Venezia Giulia, condividendola con altre regioni, visto che i profughi accolti sono ormai 1700, il Carroccio e Forza Italia si fanno sentire, sollecitando un intervento forte della Regione sul governo non soltanto per gestire il fenomeno migratorio ma anche per cercare di arginarlo.

«L’emergenza è dichiarata, finalmente. Ora ci vogliono misure straordinarie adeguate: Lampedusa ha un mare, il Friuli Venezia Giulia due confini con il mondo» afferma il capogruppo forzista in Consiglio regionale, Riccardo Riccardi, chiedendo alla presidente della Regione di «ottenere dal governo l’intensificazione o, meglio ancora, il ripristino dei controlli ai confini ed un piano per un maggior controllo del territorio». «Via dagli uffici e tutti sulle strade coloro che hanno una divisa», rincara Riccardi, spiegando che l’obiettivo non è quello di allarmare i cittadini ma dare «il senso di vivere in un Paese dove lo Stato sta al loro fianco». Non basta, non ancora: «Al governo va spiegato che garantire l’ordine in un territorio con i nostri confini è diverso che stare a Roma. Basta con un ipocrita falso buonismo che ci ha portati in questa condizione: il presidio del territorio è necessario».

Il capogruppo di Fi aggiunge che «l’Italia e il Friuli Venezia Giulia non devono smentire la propria storia che si basa sulla solidarietà ma questo sarà possibile solo se recupereremo una condizione di normalità» e parla di «fallimento di una politica dell’accoglienza che si è rivelata sbagliata mettendo in difficoltà anche i rappresentanti dello Stato sul territorio». E al presidio sul territorio bisogna aggiungere, secondo Riccardi, «una revisione complessiva del nostro sistema di protezione sociale. La Regione non pensi di risolvere questi problemi solo con il reddito minimo ma in quel contesto si rivedano le regole per sostegni ad affitti, assegnazione case popolari, liste asili nidi, assegni famigliari e tutte le altri misure che oggi escludono i nostri cittadini innescando il rischio di una scontro sociale».

Fedriga sottolinea come Serracchiani sia «la vicesegretaria di un partito che ha negato l’emergenza. Ora si è accorta che esiste un afflusso incontrollato che crea allarma sul piano sociale, economico, sanitario e di sicurezza». Per il segretario leghista «è drammatico che il Pd se ne accorga solo ora, quando in tempi non sospetti, ad esempio, già il Prefetto di Gorizia aveva lanciato l’allarme. Mi auguro che si rendano conto che la soluzione non è spartire gli immigrati con altre regioni ma non farli arrivare controllando le frontiere terrestri». Secondo l’esponente del Carroccio, Mario Pittoni, già capogruppo alla commissione Politiche Unione Europea del Senato, servono alcune misure per “raffreddare” i flussi, «dal ritorno dell’Italia a due livelli di protezione come negli altri Paesi a una reale autonomia per le commissioni territoriali che valutano le domande di protezione, dal ripristino del reato di immigrazione clandestina all’apertura degli uffici dove presentare la domanda d’asilo direttamente nei Paesi di transito (ripartendo poi equamente chi sarà accettato tra i Paesi dell’Ue), evitando in questo modo lo stazionamento di tanti richiedenti asilo sul nostro territorio». Non è finita. La Lega sollecita anche la revisione del regolamento di Dublino «che costringe l’Italia a farsi carico di chiunque sbarchi sulle nostre coste».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori