L’appello del manager «offeso» da De Anna
Bertollini scrive ai presidenti Serracchiani e a Iacop dopo la condanna da 150mila euro al consigliere regionale di Fi: sullo sfondo il flop di una mostra su Primo Carnera

TRIESTE. Ha scritto a Debora Serracchiani e Franco Iacop. A metà tra lo sfogo e il desiderio di far sapere a più persone com’è andata a finire la vertenza legale che è costata una condanna da 150mila euro a Elio De Anna, il consigliere regionale di Forza Italia già presidente della Provincia di Pordenone e assessore della giunta Tondo.
Riccardo Bertollini, presidente della Fondazione “I pomeriggi musicali” di Milano, si è visto dare ragione a novembre dal tribunale del capoluogo lombardo su un contenzioso aperte sette anni prima per una vicenda che ha avvio nel 2005. Bertollini era allora presidente di un’altra Fondazione, la Dnart, e segretario del comitato per le celebrazioni del centenario di Primo Carnera, con tanto di mostra dedicata al pugile di Sequals, mentre De Anna era presidente della Provincia di Pordenone.
Il caso è quello della firma di De Anna sul contratto con la “Fabbrica delle idee”, il componente del comitato che avrebbe dovuto organizzare la mostra. Una sigla che l’esponente politico (nel comitato come persona fisica e non esplicitamente nel suo ruolo istituzionale) ha sostenuto non essere sua e che invece il tribunale, sulla base di una perizia calligrafica, gli ha attribuito con l’effetto della condanna a risarcire la società milanese.
Nella lettera scritta ai vertici della Regione («Ma né Serracchiani né Iacop mi hanno ancora risposto») il manager ricostruisce quanto accaduto con toni duri nei confronti di De Anna e dell’avvocato Luca Turrin: «Dicendo che avessi ordito una truffa e, cosa ancor più grave, che sia mia la firma sul contratto, hanno diffamato la mia persona e la Fondazione che presiedevo, ci sono ampi articoli che lo testimoniano. La sentenza, oltre a definire chiaramente che il sottoscritto ha correttamente operato sia come segretario del comitato Carnera, sia come presidente della Fondazione, dimostra invece che si trattava proprio della firma di De Anna e dunque l’assoluta infondatezza di qualunque truffa, determinando più semplicemente il mancato rispetto di accordi che l’ex presidente aveva contratto».
In questi anni, scrive ancora Bertollini ai due presidenti Fvg, «De Anna e il suo avvocato, oltre a espormi al pubblico ludibrio, mi hanno costretto a non poter più operare, vista la mia professione di manager culturale, nel territorio regionale». Di qui l’appello «affinché siano presi gli opportuni provvedimenti circa il comportamento di un rappresentante politico che ha dichiarato il falso per evitare un pagamento dovuto e ha usato gli strumenti in possesso delle sue cariche pubbliche per perseguire questo scopo, perseguitando e diffamando un semplice cittadino che ovviamente non aveva a disposizione i suoi stessi strumenti». In chiusura del testo la decisione di dare mandato ai legali «di avviare le azioni civili e penali per il ripristino della mia immagine e il risarcimento dei danni subiti». (m.b.)
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