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Gli ungheresi in rivolta contro la web tax di Orban

Almeno 10mila in piazza per contestare il balzello di 50 centesimi ogni gigabyte. La protesta dilaga in rete. Parziale retromarcia di Fidesz, spunta il tetto mensile

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Il Paese da anni vota compatto. «Fidesz, Fidesz, Fidesz», il responso scritto sulla scheda da chi è andato a votare alle più recenti tornate elettorali, contribuendo all’ultima tripletta del premier Orban alle legislative di aprile, europee di maggio e municipali. Ma qualche crepa nella presa sul potere di Orban comincia a intravedersi, a Budapest. Crepa provocata dalla controversa proposta legislativa avanzata nei giorni scorsi dal ministro dell’Economia, Mihaly Varga, subito soprannominata “Internet tax”, 50 centesimi di euro per ogni gigabyte consumato dai navigatori.

Il balzello ha scatenato una rabbia inedita in Ungheria, ben rappresentata dalle centinaia e centinaia di lucette bianche dei display degli smartphone innalzati verso l’alto dalle persone – 10mila secondo le stime più prudenti – scese in strada nella tarda serata di domenica nel cuore della capitale magiara.

Dopo la manifestazione, si sono registrati anche alcuni incidenti, con gruppi di giovani con il viso coperto che hanno preso d’assalto il quartier generale della Fidesz di Orban. Sei gli arrestati.

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