«Porto, regolare l’iter per le maxiconcessioni»
Monassi scrive alla Presidenza del Consiglio dopo la richiesta di chiarimenti giunta da Bruxelles sul Molo Settimo e sui terminal oleodotto e traghetti

«La procedura è rispettosa delle norme e dei principi contenuti nel Trattato sul funzionamento dell’Unione europea». Così scrive Marina Monassi, presidente dell’Autorità portuale alla Struttura di missione per le procedure di infrazione della Presidenza del Consiglio per permetterle di replicare alle contestazioni giunte da Bruxelles in merito alle tre megaconcessioni date dalla stessa Monassi (due delle quali pressoché in chiusura di mandato) e avallate anche dal Comitato portuale. Riguardano Trieste marine terminal sul Molo Settimo (60 anni), Teseco nell’area ex Aquila per realizzare un terminal traghetti (60 anni) e Siot per gestire il terminal dell’oledotto transalpino (50 anni). Se avvenute senza procedure di evidenza pubblica - il rilievo sostanzialmente fatto - contrastano con il Trattato europeo.
La risposta dell’Authority è datata venerdì 24 ottobre e sarebbe stata stilata e pubblicata dopo una seduta che avrebbe trattenuto a lungo alcuni dirigenti alla Torre del Lloyd dopo la fine dell’orario di lavoro settimanale. «Le concessioni rilasciate alla Tmt, alla Siot e alla Teseco - controbatte l’Autorità portuale - sono state assoggettate al procedimento concessorio demaniale di rito. In ossequio alla normativa vigente, che per le concessioni di particolare importanza per l’entità o per lo scopo, impone la pubblicazione delle domande di concessione mediante affissione (ora on-line) nell’Albo del Comune ove è situato il bene richiesto (link diretto sul sito web dell’Autorità portuale) si è espletata la fase di pubblicità prevista dall’articolo 18 del Reg.Nav.Mar. Durante il periodo in cui le concessioni sono rimaste a disposizione del pubblico presso gli uffici dell’Autorità portuale, di modo che gli interessati potessero consultarle e presentare eventuali osservazioni, opposizioni o domande concorrenti - spiega Monassi - c’è stata partecipazione di terzi al procedimento amministrativo, i quali tuttavia non hanno ritenuto di presentare domande concorrenti ai sensi dell’articolo 37 del Codice della navigazione (valutazione del più rilevante interesse pubblico in caso di concorso di più domande di concessione e licitazione privata se non sussistono ragioni di preferenza) bensì si sono limitati, in taluni casi, a presentare mere osservazioni di cui si è tenuto conto nell’istruttoria».
Bruxelles ha chiesto alle autorità italiane una descrizione dettagliata delle tre concessioni «con particolare riferimento alle modalità di determinazione delle tariffe e all’eventuale esistenza di sovvenzioni o compensazioni da parte dell’Autorità portuale», evidentemente anche per verificare se si può configurare l’infrazione di aiuti di Stato, e informazioni dettagliate «in merito alle forme di pubblicità utilizzate e alle procedure di selezione». Se queste effettivamente ci sono state, come sostiene l’Autorità portuale, sarà da vedere se verranno giudicate corrette e sufficienti. «Tutti i procedimenti demaniali condotti dall’Autorità portuale di Trieste - sottolinea Monassi - sono espletati nel rispetto della normativa vigente. Nei casi di concessioni di maggiore rilevanza - aggiunge - è prassi di questa Autorità portuale acquisire dagli istanti l’asseverazione, da parte di primaria società di revisione, del piano economico e finanziario a dimostrazione della sostenibilità del progetto nell’arco temporale concessorio richiesto. Tutte e tre le società hanno prodotto tale asseverazione».
Fatto sta che il porto di Trieste assieme alla questione delle autostrade e degli aeroporti è diventato uno dei tre argomenti caldi che saranno martedì 4 novembre a Bruxelles al centro degli incontri che dirigenti della Presidenza del Consiglio e del Ministero di Infrastrutture e trasporti avranno con il vicedirettore aggiunto, un francese, della Direzione generale mercato interno e servizi dell’Unione europea.
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