Concessioni del Porto nel mirino dell’Ue
Sotto la lente il via libera della Monassi al Molo settimo e ai terminal oledotto Siot e traghetti Teseco. Bruxelles chiede informazioni all'Italia e potrebbe avanzare una procedura di infrazione

Finiscono nel mirino della Commissione europea le megaconcessioni date dalla presidente dell’Autorità portuale Marina Monassi, e avallate dal Comitato, in quest’ultima fase del suo mandato. La sezione Appalti pubblici e concessioni della Direzione generale mercato interno e servizi con una lettera inviata il 15 ottobre ha chiesto alle autorità italiane «di fornire qualsiasi informazione e documentazione ritenuta utile a chiarire la situazione». Le concessioni che ora vengono messe sotto la lente da Bruxelles sono quella di 60 anni a Trieste marine terminal relativamente al terminal container del Molo Settimo, quella di 50 anni alla Siot per il terminal dell’oleodotto transalpino, quella di 60 anni alla Teseco per realizzare un terminal traghetti nell’area dell’ex raffineria Aquila.
La questione risulta giuridicamente complessa per cui è opportuno riportare alcuni passi testuali della lettera con la quale «i servizi della Commissione desiderano attirare l’attenzione delle autorità italiane in merito ad alcune recenti decisioni dell’Autorità portuale di Trieste concernenti l’affidamento di una serie di concessioni sullo sviluppo delle attività portuali». «Dalle limitate informazioni a disposizione - si legge - gli atti di concessione in questione potrebbero presentare, dal punto di visto del diritto dell’Ue, dei profili comuni sia alle concessioni di lavori, secondo la definizione della Direttiva 2004/17/CE che coordina le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua e di energia, degli enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali, che ai regimi di autorizzazione, disciplinati invece dalla Direttiva Servizi 2006/123/CE. In entrambi i casi, essi non sarebbero soggetti alle norme specifiche delle due Direttive, in quanto la Direttiva 2004/17/CE non si applica alle concessioni, e i servizi portuali sono esclusi dall’ambito di applicazione della Direttiva Servizi 2006/123/CE. Tuttavia - è il rilievo che fa la Commissione europea - sia l'affidamento delle concessioni di lavori che le autorizzazioni a gestire beni del Demanio pubblico devono comunque avvenire nel rispetto delle norme e dei principi contenuti nel Trattato sul funzionamento dell’Ue, e segnatamente degli articoli 49 e 56. L'affidamento di una concessione di lavori e/o l'autorizzazione a gestire beni del Demanio pubblico, qualora avvenuti senza alcuna procedura di evidenza pubblica, contravvengono a tali principi».

Le prime due concessioni in questione sono state approvate all’unanimità dal Comitato portuale il 28 luglio. La nota emessa dall’Authority riportava alcune dichiarazioni della Monassi: «Via libera a 188 milioni di investimento di Tmt per potenziare il proto di Trieste e si rilevava che «il Comitato portuale ha dato il via libera al progetto presentato da Trieste Marine Terminal Spa per il potenziamento del terminal funzionale al consolidamento della posizione di Trieste, primo scalo italiano per volumi complessivi, nel contesto del mercato Centro-Europeo che insiste nell'arco portuale Nord Adriatico, assentendo alla TMT Spa la concessione demaniale per complessivi 60 anni». Il titolo di un paragrafo rilevava: «Cinquant'anni di concessione alla Siot per mantenere Trieste primo porto petrolifero del Mediterraneo». Il 23 settembre è stata invece ripresentata la concessione di 60 anni a Teseco che era già stata approvata dal Comitato portuale il 26 luglio 2013.
«Poiché, secondo quanto riportato sulla stampa, gli atti di concessione sopra menzionati sarebbero avvenuti senza il previo esperimento di alcuna procedura di evidenza pubblica (il riferimento non è al Piccolo, che ha solo parlato di assenza di gara, ndr) al fine di determinare il seguito più appropriato per la procedura in oggetto i servizi della Commissione desiderano richiedere alle autorità italiane le seguenti informazioni: una descrizione dettagliata delle tre concessioni sopra menzionate, nonché di eventuali ulteriori affidamenti decisi nel 2014 dall'Autorità portuale. Se gli affidamenti in questione sono stati preceduti da procedure di evidenza pubblica per la selezione del concessionario. In caso di risposta positiva, si prega di fornire informazioni dettagliate in merito alle forme di pubblicità utilizzate e alle procedure di selezione. In caso di risposta negativa si prega di illustrare le ragioni della mancata procedura di evidenza pubblica».
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