POLA. Hanno fatto una “vittima” illustre gli scavi per la posa delle tubature del gas in via Dobrila: le fondamenta del teatro romano di Monte Zaro, gli unici resti di una struttura architettonica di particolare bellezza e valore artistico-architettonico, sono state “colpite” e ferite per una decina di metri dai martelli pneumatici.
Gli operai dell’azienda subappaltatrice “Monte Serpo”, infatti, non sono andati troppo per il sottile né evidentemente sono stati invitati a scavare con estrema cautela. Osservando a occhio nudo dentro il canale lo sfregio alle fondamenta è perfettamente visibile. E per fortuna che gli esperti del Museo archeologico dell’Istria hanno fermato i lavori altrimenti lo scempio sarebbe continuato. La sovrintendente del dipartimento museale di Storia antica Alka Starac denuncia comunque un danno «notevole e inammissibile». E ricorda che in quel punto il teatro romano era una struttura lunga 85 metri, larga 120 e alta ben 32 metri come l’Arena nel suo punto più alto. Già in epoca veneziana il teatro cadde in rovina tanto da diventare un deposito dal quale Antoine de Ville prelevava pietre per la costruzione del Castello di Pola.
L’esperto museale intervenuto sul posto, Romuald Zlatunic, afferma comunque che i costruttori odierni sono solo in parte responsabili dei danni: «Il sottosuolo in questo punto ha subito scavi in diverse epoche che hanno compromesso l’integrità delle fondamenta». Cosa succederà ora? «Procederemo con interventi di tutela di quanto rimasto - risponde Zlatunic - applicando geomateriali isolanti e protettivi. E poi tutto verrà ricoperto lasciando alle future generazioni la scelta tra il dare visibilità o meno ai resti». Un po’ come successo al Foro Romano originale venuto alla luce in seguito ad altri scavi: si è deciso, dopo un’impasse di anni, di coprirlo con enormi teli e riseppelirlo perché non c’erano i soldi per valorizzarlo. (p.r.)
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