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Il Comune “divorzia” dall’Ater: tolta la gestione di 88 alloggi

Delibera della giunta comunale che sancisce il recesso della convenzione. 15 appartamenti sono rimasti sfitti. Pettarin: «Troppe inefficienze»

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Alloggi Ater 

Era un rapporto duraturo. E sembrava essere quasi indissolubile. Ma il “matrimonio” fra Comune di Gorizia e Ater è fallito. Miseramente.

Lo si apprende da una delibera appena approvata dalla giunta comunale e intitolata molto chiaramente “Atto quadro per recesso convenzione da Ater”. Tutto è legato alla gestione degli 88 alloggi comunali (affidata appunto all’Ater) che l’esecutivo Romoli considera «non efficiente». Ma inquadriamo la vicenda con l’aiuto del sindaco Romoli, l’assessore Pettarin e la dirigente Cisint. Il 26 giugno scorso, l’Ater inviò una lettera al Comune in cui distettava la convenzione per l’affidamento della gestione degli alloggi di proprietà comunale e comunicava la possibilità di proseguire la collaborazione a nuove condizioni. «Va detto che la nostra convenzione (che fu siglata nel 2002) era diversa dalle intese siglate fra Ater e gli altri Comuni isontini - spiegano Pettarin e Cisint - perché prevedeva risorse per la gestione ma anche per la manutenzione degli appartamenti». In pratica, il corrispettivo dovuto ad Ater per l’espletamento dei compiti era di 635 euro ad alloggio più Iva nella misura di legge, di cui 406,40 euro più Iva (per un totale di 43.631,10 euro per la gestione completa degli 88 alloggi) e 228,60 euro sempre più Iva ad alloggio (per un totale di 24.542,50 euro) per l’effettuazione delle manutenzioni ordinarie.

Ma, ad un certo punto, il Comune di Gorizia ha appurato che degli 88 alloggi di sua proprietà, 15 risultavano «sfitti causa il cattivo stato manutentivo: e parte di questi - si legge nella delibera giuntale - risultano non abitati da diversi anni, per cui si renderà necessario procedere ad una verifica dello stato degli stessi ed agire di conseguenza». Significa che, molto probabilmente, il Comune chiederà i danni. «Chi pagherà la mancata manutenzione? In qualche maniera dovremo tutelarci», fa sapere il sindaco Ettore Romoli che non nasconde il suo profondo malcontento per la situazione che si è venuta a creare. Ma proseguiamo nella lettura della delibera. «La nuova bozza contrattuale proposta da Ater prevede invece: il totale introito degli affitti degli 88 alloggi di circa 90.000 euro da parte dell’Ater, senza dare garanzie - si legge nel documento approvato dalla giunta - di un’esecuzione dei lavori di manutenzione ordinaria adeguata in quanto avverranno sulla base di previsioni di utilizzo nell’ambito del piano finanziario relativo all’intero patrimonio di edilizia sovvenzionata di proprietà e/o gestito dall’Ater stessa.

Per gli interventi di manutenzione straordinaria quali ad esempio: il riatto degli alloggi, la sostituzione dei serramenti, la sostituzione delle caldaie, il rifacimento delle coperture, etc, l’Ater si è riservata la facoltà di relizzarli entro i limiti di risorse definite dal piano finanziario, e laddove siano riscontrate necessità manutentive eccedenti quelle sopradescritte, Ater concorderà con il Comune le modalità di intervento ed il costo resterà a carico della proprietà». «In pratica - spiega l’assessore comunale Guido Germano Pettarin - si propone che tutti gli onori vadano all’ex Iacp e gli oneri siano scaricati al Comune di Gorizia. Così, non va. Le condizioni, come da nuova proposta, sono chiaramente antieconomiche e non danno nessuna garanzia per la valorizzazione e conservazione del patrimonio comunale: il fatto dei 15 alloggi oggi sfitti è la chiara dimostrazione di una gestione non efficiente». Ergo, il Comune ha preso atto della disdetta prodotta da Ater e l’ha fatta propria non ritenendo di convenienza per l’amministrazione una prosecuzione di tale rapporto «a evidenti condizioni più onerose delle attuali con un minore controllo sull’esecuzione delle manutenzioni e cons eguente conservazione degli immobili», si legge a chiare lettere nella delibera.

Alternative alla gestione Ater? «Gestione in economia che potrà consentire al Comune l’affidamento, a congrui prezzi, della gestione completa a competenti ditte terze tramite avviso pubblico di manifestazione di interesse seguito da gara tra gli interessati sulla base del bando che contemplerà tutte le condizioni contrattuali della convenzione», si legge nella delibera. Sì, il matrimonio è naufragato.

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