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Perseguita una donna su social network

Ennesimo caso di stalking: il giudice emette un provvedimento di allontanamento per un pensionato

1 minuto di lettura

«Sei mia e basta. Ti becco in capo al mondo. Non puoi sfuggirmi. È inutile che tu scappi. I miei agenti segreti in 31 secondi hanno scoperto dove abiti. O ti compri un fucile da caccia o se senti suonare qualcuno al campanello ti conviene aprire...»

L’uomo che ha detto e scritto su Facebook queste parole si chiama Luciano Migliarino e ha 68 anni.

Secondo il pm Pietro Montrone ha perseguitato senza tregua una donna che aveva conosciuto proprio sul social network. In una parola stalking. Prima via web e poi di persona.

Per questo il gip Luigi Dainotti ha accolto le richieste del pm Montrone e ha disposto l’allontanamento di Migliarino. È ritenuto troppo pericoloso per la vittima. Se l’accusato si avvicina alla donna (della quale non pubblichiamo le generalità per evitare che venga riconosciuta) scatteranno le manette e finirà in carcere.

La vicenda è da brivido. Il giudice Dainotti la definisce «un caso scuola di atti persecutori realizzati da un uomo, il quale si inventa una realtà virtuale, nella quale la donna oggetto delle sue mire deve soggiacere alle sue volontà e ai suoi desideri, e a nulla valgono le intimazioni della vittima a lasciarla in pace».

In pochi mesi, secondo le indagini scattate dopo una denuncia della vittima, l’uomo ha realizzato un’azione costante e senza tregua. Numerose lettere e scritti su Facebook, appostamenti sotto casa e perfino sul pianerottolo, incursioni sul luogo di lavoro, pedinamenti perfino all’estero.

Tutto questo, secondo il gip «ha determinato nella donna un grave stato di ansia permanente e di prostrazione psichica». E poi ancora: «Qualunque persona, anche la più salda di nervi avrebbe riportato un continuo stato di ansia e di timore per la propria integrità psichica».

Ma c’è di più. Il giudice osserva anche che «l’indagato sembra essere del tutto inconsapevole della illegittimità delle sue azioni e delle conseguenze delle stesse sulla serenità della donna molestata oltre che non è in grado di controllarsi.

Pochi giorni fa ha postato sul profilo Facebook della donna un’immagine intitolata «Bang» e raffigurante un uomo che spara a una donna». (c.b.)

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