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Porto, dalla Torre del Lloyd sfilza di megaconcessioni

Nel giro di un paio di mesi “sistemati” senza gara Molo Settimo, Siot e Terminal traghetti. Monassi: tempi e procedure in base alla legge

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Marina Monassi 

L’ultimo “colpo” sono stati i sessant’anni di concessione a Teseco sui 60mila metri quadrati (dei 254mila complessivi) che si trovano in area demaniale marittima dove dovrà sorgere il nuovo Terminal traghetti. Ma fanno seguito ai 60 anni, anche in questo caso, concessi a Trieste marine terminal per il terminal container sul Molo settimo, ai 50 anni garantiti alla Siot per il terminal a mare dell’oleodotto transalpino. Per saltare al Porto Vecchio, si aggiungono ai probabili 15 anni che permetteranno alla Camera di commercio di creare un Polo espositivo nei magazzini 27 e 28 e ai possibili 50 anni addirittura per i quali dovrebbe essere data all’associazione culturale Porto arte la palazzina ex refettorio.

Per 30 anni, ma qui non è ancora totalmente escluso qualche colpo di scena, dovrebbe essere concessa a Siderurgica Triestina la banchina con spazi retrostanti di Servola. In mezzo a tutto questo, anche la fulminea firma del contratto per la realizzazione e gestione della Piattaforma logistica a Icop, Parisi, Interporto di Bologna e Cosmo Ambiente poche ore prima che la cordata perdente alla quale pure era stata data l’assegnazione provvisoria, presentasse appello al Consiglio di Stato. Nel giro dell’ultimo paio di mesi, con animosità e accelerazioni in controtendenza rispetto a quanto accaduto precedentemente, Marina Monassi, presidente dell’Autorità portuale il cui mandato durato quattro anni scade il 19 gennaio, ha concluso o sta portando a termine le procedure per appaltare quasi “per l’eternità” gran parte del lungomare della provincia. A sospetti di questo tipo e alle accuse di non aver bandito per concessioni tanto lunghe specifiche gare, lei ha già replicato: «Le delibere inerenti le concessioni pluriennali sono state adottate non dal presidente, ma dal Comitato portuale». «È comunque previsto un periodo di pubblicità delle domande con la possibilità di fare osservazioni e di presentare domande concorrenti» «La legge impone, a fronte di una domanda, che il procedimento si concluda entro tempi inderogabilmente certi».

L’escalation è comunque nei fatti e sembra un bollettino di improvviso vitalismo, mentre ad esempio le procedure per la privatizzazione delle partecipate (al cui interno sono stati fatti comunque alcuni “ribaltoni”) sembrano impantanate. È il 29 luglio allorché arrivano al Comitato portuale, che poi le approva entrambe all’unanimità, dapprima la concessione fino al 2074 del Molo Settimo alla società di Pierluigi Maneschi a fronte di un investimento pianificato di 188 milioni di euro di cui 150 per l’allungamento di 200 metri e l’allargamento di 20 della banchina e 38 per il potenziamento dell’equipment a partire dalle gru (in questo caso la concessione precedente sarebbe scaduta al 2031). Poi il prolungamento fino al 2064 della concessione, che sarebbe scaduta l’anno prossimo, della Siot «che fa di Trieste - si sottolinea - il primo porto petroli d’Italia e del Mediterraneo». Il primo settembre viene firmato il contratto per i lavori della Piattaforma logistica battendo sul tempo il ricorso al Consiglio di stato della cordata perdente il che dovrebbe scongiurare un possibile blocco giudiziario del cantiere. Il 16 settembre vengono affisse agli albi, dove rimarranno fino al 6 ottobre, le richieste di concessione di Camera commercio e Porto arte per il Porto Vecchio e quella di Siderurgica Triestina per Servola. Il 23 settembre viene sottoscritto con Teseco «l’atto formale per la concessione» di 60 anni dell’area a mare dell’ex Aquila.

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