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Ribaltone al Sincrotrone: Franciosi nuovo presidente

Nominato il nuovo Consiglio di amministrazione. L’indignazione di Rizzuto che reggeva Elettra dal ’99: «Espulsa la scienza a favore della politica locale»

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Una veduta aerea del Sincrotrone di Basovizza 

Un ribaltone politico alla velocità della luce. Con problemi di fuso orario. La Regione, tramite l’assessore alle Finanza Francesco Peroni, esulta per il nuovo consiglio di amministrazione di Elettra Sincrotrone Trieste tre ore prima che venga resa noto. E forse, con la frettolosa necessità di rendere nota la sua soddisfazione («Nuovo cda Sincrotrone importante per futuro» sintetizza il lancio d’agenzia), l’ex rettore di Trieste contribuisce a far uscire prematuramente la notizia. Una stitica nota dell’ufficio stampa diffusa alle 19 di ieri: «Nella seduta odierna, l’assemblea dei soci di Elettra Sincrotrone Trieste ha provveduto alla nomina del nuovo cda. I nuovi amministratori sono: Stefano Casaleggi, Cristiana Compagno, Alfonso Franciosi, Alberto Morgante e Mirano Sancin. L’assemblea dei soci ha poi nominato all’unanimità Alfonso Franciosi quale presidente». Nient’altro per decifrare una svolta epocale con l’amministratore delegato (dal 2004) promosso presidente e il cda completamente rinnovato (Franciosi a parte).

Alfonso franciosi 

Nessuna parola sull’ingresso dell’ex rettore di Udine Compagno catapultato dalla giunta regionale di Debora Serracchiani ai vertici di Mediocredito. Nessun riferimento, neppure un cenno di ringraziamento, per Carlo Rizzuto, presidente dal 1999 e ad dal 1996. Nessuna dichiarazione del nuovo presidente Franciosi, già professore di scienza dei materiali all’Università del Minnesota (Minneapolis, Usa), classe 1955. «È convalescente non può parlare», fanno sapere dall’ufficio stampa che non ha diffuso neppure un curriculum dello scienziato. «Non era previsto tutto questo. Era previsto e programmato il cambio della presidenza perché io ho deciso di ritirarmi in continuità con Franciosi. Non era prevista questa composizione del cda. È stata espulsa la scienza, dimezzata la presenza in cda. La maggioranza ora è espressa dalla componente politica locale», denuncia Rizzuto. Un passo indietro? Un ritorno al passato? «Un precedente pericolosissimo per tutta la ricerca italiana. Una cosa inaccettabile» ripete l’ex presidente. Lui, dopo quasi 20 vent’anni passati a Basovizza, non viene neanche citato: «Poco male. Non è questo il problema. Nel 1996 mi hanno chiamato perché l’Elettra Sincrotrone era in mano alla politica locale. La gestione era stata tale da portarla quasi al fallimento». E ora si ricomincia. Da Capo. «La Compagno non è una scienziata, è un’economista. Sancin è un ex direttore generale dell’Area della Ricerca». Una nuova lottizzazione politica? «Non lo so, probabilmente una cosa ancora più stupida. Quello che so è che prima avevamo nel cda quattro manager scientifici di alto livello e ora ce ne sono solo due (Morgante e Franciosi, ndr)». Il cda uscente era formato Rizzuto (presidente), Giovanni Comelli (vicepresidente), Franciosi (ad), Marcello Fontanesi, Gemma Luisa Ravizza. L’ex Rizzuto non comprende proprio l’esultanza dell’ex rettore di Trieste Peroni nelle vesti di assessore: «La cosa non la ritengo nè esultante nè esaltante. È inaccettabile che ’Area di ricerca, con quel nome, abbia fatto la scelta di politica locale, una cosa che non avveniva dal 1996 (Compagno e Casaleggi, ndr)».

E Peroni? L’esternatore precoce che ha innescato la reazione a catena non ha dubbi: «L'insediamento del nuovo cda di Elettra Sincrotrone Trieste è un momento importante che traccia un percorso strategico significativo per il futuro». Altro che un ritorno al passato. «La Regione - aggiunge l’assessore alle Finanze - tiene molto al consolidamento dell'eccellenza di un ente noto per la rilevanza dei risultati ottenuti con la propria ricerca scientifica». Fiat lux, insomma. «Così facendo, da importante socio e finanziatore qual è, la Regione candiderà Elettra Sincrotrone ad essere ancora più forte e robusta, rafforzandola nell'ottica di sfide future che dovranno giustificare, soprattutto agli occhi dei sempre più attenti esami governativi, la nostra presenza all'interno della società partecipata». E per cominciare si spegne la luce della scienza nel cda. E si lascia il Sincrotrone di nuovo al buio della politica locale. Rizzuto dixit.

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