In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Piccin, espulsa dalla Lega, promette battaglia

Il centrodestra balla: da inizio legislatura dieci consiglieri su sedici hanno già cambiato insegna. Il valzer continua e adesso i protagonisti, con la leghista, sono Tondo e Ciriani

2 minuti di lettura
Commessi nell'aula del consiglio regionale 

Da inizio legislatura i gruppi del centrodestra in Consiglio regionale sembrano la porta girevole di un hotel. Gente che va, gente che viene. Le ultime voci riguardano Renzo Tondo e Luca Ciriani: l’ex presidente della Regione e il suo vice potrebbero lasciare l’uno gli scranni del Misto, l’altro quelli del Nuovo centrodestra. Ma c’è anche chi potrebbe stare incollato al posto, nonostante il cartellino rosso: Mara Piccin, ora che il federale della Lega Nord ha sancito la sua espulsione dal partito, non pare intenzionata a traslocare. Anzi, prepara pure il ricorso a Umberto Bossi invocando l’assoluzione.

Un valzer senza interruzioni. In un anno e mezzo 10 su 16 eletti hanno cambiato insegna, per vicende nazionali, burocratiche o per scelta dei singoli. Solo il gruppo di Autonomia responsabile non è mutato dall’avvio della legislatura. Altrove, al contrario, molti scossoni. La Lega Nord ha perso un pezzo: Stefano Mazzolini, considerato ineleggibile, ha dovuto lasciare l’aula per fare posto a Barbara Zilli. L’Udc, con un solo seggio, ha visto Giovanni Barillari aderire al Misto. Il Pdl e i suoi 8 componenti si sono divisi tra Forza Italia (5) e Ncd (3), il partito che ha tra l’altro candidato Roberto Dipiazza (Autonomia responsabile) alle europee di maggio.

Il caso Piccin alimenta ora nuovi gossip in casa Lega. A Gianpaolo Dozzo, il commissario, e a tanti leghisti della regione non è piaciuto il mancato rispetto della sospensione da parte della consigliera coinvolta nella “rimborsopoli” della scorsa legislatura. E, dopo che il consiglio nazionale (che, nel gergo padano, significa regionale) aveva trasmesso in piena estate a Milano la richiesta di espulsione, si erano già aperti tutti gli scenari possibili. Due le alternative estreme: l’addio di Piccin significherebbe la scomparsa del gruppo del Carroccio in Regione dopo oltre vent’anni, la sua resistenza consentirebbe invece di continuare la storia, oltre che di preservare i contratti degli addetti di segreteria. Proprio nella settimana del congresso Fvg (domenica alla Fiera di Udine) da Milano è rimbalzata la sentenza di espulsione da parte del consiglio di disciplina del movimento padano e le diverse opzioni non sono più solo sulla carta. Piccin, a chi l’ha vista in queste ore, sembra molto amareggiata, convinta di aver subito un torto vista anche la sua militanza politica esclusiva nella Lega.

A quanto trapela, la sua intenzione è per questo di non darsi per vinta. Al punto che ci dovrebbe essere una richiesta a Bossi di valutare l’opportunità del reintegro, la linea che il Senatur vorrebbe imporre in Veneto, l’area in cui la Lega si è ferocemente spaccata negli ultimi tempi. Altrimenti, si porrà il nodo del futuro del gruppo. Se Piccin non si dimettesse, toccherebbe eventualmente a Zilli e Violino prendere la decisione di abbandonare il gruppo e, di fatto, di scioglierlo visto l’obbligo del tetto minimo di tre consiglieri.

Vicenda, quella della Lega, che si lega anche alle altri voci di spostamento da gruppo a gruppo, conseguenti pure agli ultimi passaggi amministrativi, riforma sanitaria in testa. Ciriani non nasconde per esempio di non avere per niente apprezzato l’apertura di Ncd al testo della maggioranza. Premesso che il gruppo Ncd/Fdi «è misto/tecnico di centrodestra» e che, «se stiamo all’opposizione, pure in modi diversi, non ci sono particolari problemi», l’ex An afferma: «Se si cambia atteggiamento, io non ci posso stare». Siamo alla fuga? Magari direzione Lega? «Colautti ha fatto sapere che non si prepara un trasloco in maggioranza. Vedremo che succede», aggiunge Ciriani. «Sui diversi temi ci possono essere posizioni politiche diverse, nel reciproco rispetto», ribatte il capogruppo Ncd senza dare l’impressione dello strappo. Mentre a Palazzo circola pure un altro sussurro: quello su un Tondo interessato a entrare in Autonomia responsabile per mettersi a capo della sua creatura.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori