In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Trieste perde sempre la sfida dei rifiuti

Resta maglia nera in regione ma cerca il riscatto con la raccolta dell’umido. Pordenone “regina” con l’80% di differenziata

2 minuti di lettura
Una montagna fatta di rifiuti 

«Moltiplicandosi vertiginosamente, i rifiuti pongono all’ordine del giorno, come questione ineludibile per la sopravvivenza della civiltà, il problema del loro smaltimento. Invero, non sappiamo mai bene come eliminarli. La loro tendenza è quella di “ritornare”». Lo scrive Rocco Ronchi in un articolo, pubblicato dalla rivista Aut Aut, dedicato alla figura dello zombie. La lotta agli zombie intrinsechi alla società dei consumi, i rifiuti, procede in Friuli Venezia Giulia seguendo tutti i crismi di una storia di morti viventi: c’è l’eroe che fa tutto da solo, c’è quello che è rimasto indietro ma spera di riuscire a riunirsi agli altri sopravvissuti. Tutto come in una serie televisiva americana, soltanto un po’ meno emozionante.

Secondo i dati sulla raccolta differenziata dei rifiuti urbani nel 2013 (pubblicati dal sito di Arpa Fvg) il quadro regionale presenta grandi differenze fra le diverse province: Pordenone è senza dubbio l’area più avanzata, con un livello di differenziata che sfiora l’80%. In buona posizione si piazzano anche Udine (66%) e Gorizia (oltre il 60%). La Cenerentola della differenziata del Friuli Venezia Giulia è, ormai da anni, la provincia di Trieste, che si accinge però a cambiare marcia: l’adozione della raccolta di rifiuti umidi nel capoluogo potrebbe innalzare nel giro di un anno l’attuale percentuale, inferiore al 30%.

Guardando alla serie storica dei dati, tutte le province crescono, chi più chi meno, ormai da più di tre lustri. Nel 1998 stavano tutte attorno al 10%. Nel corso degli anni Udine e Gorizia hanno aumentato la loro percentuale in modo più o meno uniforme. Le eccezioni sono, appunto, Trieste, che è rimasta al di sotto anche della soglia prevista dall’Ue per il 2006, e Pordenone che ha invece ampiamente realizzato tutti gli obiettivi preposti.

L’assessore all’Ambiente della Provincia di Pordenone Stefano Zannier riassume così la situazione del suo territorio: «Quest’anno abbiamo superato la soglia dell’80%. E, per la precisione, il 90% della popolazione supera il 75% della differenziata». I margini di miglioramento a questo punto sono limitati, confessa l’assessore: «Non dico che siamo al massimo ma ci siamo vicini. Quel che si può fare ora è lavorare sulla differenziazione».

L’assessore udinese Carlo Teghil dichiara: «La situazione nella nostra provincia è buona, rientriamo nei parametri richiesti dalla legislazione europea. L’unico neo da segnalare è il fallimento di alcune aziende che gestivano la raccolta». Le prospettive udinesi? «Realizzare strutture per il riciclo dei rifiuti differenziati».

L’assessore triestino Vittorio Zollia spiega che la sua provincia è prossima alla svolta. Se fino a ora la presenza dell’inceneritore portava la città ad adagiarsi sugli allori (per così dire), le cose stanno per cambiare: «L’avvio della raccolta dell’umido a Trieste città sarà un passo fondamentale, contiamo di aumentare del 15% la percentuale complessiva». Il culmine di un processo già avviato: «Siamo cresciuti del 7,9% negli ultimi due anni. Il 29% attuale è ancora bassissimo rispetto alle medie nazionali ma con la raccolta dell’umido dovremmo avvicinarci al 40%, soglia attualmente toccata solo da San Dorligo e sfiorata da Muggia».

L’assessore goriziana Mara Cernic dichiara: «La nostra percentuale è buona. Il margine di miglioramento che stiamo studiando è sul secco residuo, ovvero la possibilità di aprire e filtrare i sacchi dei rifiuti indifferenziati: potremmo guadagnare un 15% di materiale da immettere nella filiera del recupero. Questo mese avvieremo le sperimentazioni». L’altro fronte su cui la Provincia spera di lavorare è quello della tassazione: «Vorremmo introdurre il “chi inquina paga”, ovvero una tassazione proporzionale alla quantità di indifferenziato prodotto. Sarebbe un buon incentivo, oltre che un sostegno sociale».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori