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Il monito dei genitori: «Basta limitarsi a rattoppare le scuole»

L’associazione Essere cittadini punta il dito sulle condizioni degli edifici e torna a chiedere più palestre e più laboratori al servizio degli Istituti dell’Isontino

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Il laboratorio in cui si verificò il crollo dei controsoffitti al liceo classico di viale XX Settembre 

Basta limitarsi soltanto a rattoppare le scuole. Il monito forte e chiaro arriva dall’associazione di genitori “Essere cittadini” che, negli ultimi tempi, ha fatto sentire forte la sua voce sull’edilizia scolastica “dimenticata”.

«Come associazione di cittadini dobbiamo purtroppo constatare che la decadenza di Gorizia non è più definibile “lenta” ma sta subendo un’accelerazione terribile. Incominciamo dall’edilizia scolastica. Nonostante i proclami sulla stampa, il Comune e la Provincia hanno sempre continuato con la politica del “rattoppamento”: laddove c’è un’emergenza si trova qualche soldino (badate bene stiamo parlando dell’incolumità fisica degli alunni) e si interviene. Politica che su edifici già vecchi e, spesso, non costruiti per essere destinati ad ospitare una scuola, fa rabbrividire: tanto per fare un esempio concreto il Comune è riuscito a far inserire la scuola Ferretti di via Zara nell’elenco delle opere svincolate dal Patto di stabilità? O si pensa che allestendo le due scale di sicurezza esterna si risolvano tutti i problemi? Che fine hanno fatto i tanto annunciati e discussi rilievi tecnici sulla struttura? La scuola insomma ha il certificato statico, ha passato i test antisismici? Domande che i genitori fanno da anni, senza alcuna risposta».

Questi pensieri sono parte integrante delle considerazioni di metà anno che ha redatto l’associazione “Essere cittadini”: una sorta di riepilogo a fronte di proclami, promesse o silenzi di questi ultimi mesi. «Se poi passiamo dall’edilizia alla didattica, la situazione, anche nelle scuole goriziane, è drammatica. Ma cosa imparano i nostri figli in scuole senza laboratori, senza palestre, che non fanno la raccolta differenziata, che non rispettano le norme di sicurezza (quindi modello educativo negativo)? Nei programmi d’insegnamento, e qui il discorso si fa nazionale, si abbia il coraggio di ammettere che oggi nelle aule non si parla o si parla troppo poco di valori come la pace, il rispetto per la persona, la civile convivenza, la politica, la storia delle religioni, i diritti fondamentali sanciti dalle convenzioni internazionali e dalla nostra Costituzione, la corretta alimentazione, i danni causati dalle droghe, dal fumo e dall’alcool, la sicurezza stradale, l’ambiente, la produzione del cibo a km zero».

A proposito, l’Associazione aveva proposto alcuni anni fa un progetto per un orto didattico nei pressi di una scuola elementare. «Che fine ha fatto? È stato prontamente rigettato dall’attuale amministrazione. Motivazione il costo di una rete come recinto di protezione dell’orto e di una prolunga per l’irrigazione non era sostenibile in periodo di crisi come questa! Al lettore ogni commento. Non parliamo degli orti urbani bocciati come una moda del momento (peccato che in tutta Italia è una realtà che funziona da da decine di anni!) e come un onere che il Comune non può accollarsi. Se passiamo dalla scuola ai presidi fondamentali per una comunità, la situazione poi è ancora più grave e l’attenzione non può che essere rivolta al Tribunale e alle sue problematiche annose. Il quadro desolante che ne esce è quello di una Gorizia senza un’idea di sé stessa, senza un progetto per il futuro. Le risorse della Regione vanno alle altre province, Udine in primis, e le autorità regionali vengono a trovarci solo in occasioni delle note manifestazioni cittadine “per fare un brindisi” alla memoria di Gorizia, la “Nizza austriaca” la “Città giardino” titoli di un tempo che ci appare infinitamente lontano».

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