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«È ora di far scendere Di Finizio dall’Ursus»

Lo reclama la Guardia Costiera Ausiliaria. Ma lui, dopo due mesi, non molla. E i suoi fanno banchetti

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Due mesi e sentirli eccome. Alla vigilia del sessantesimo giorno di permanenza ininterrotta di Marcello Di Finizio sull’Ursus si fanno vivi quelli della Guardia Costiera Ausiliaria, i “titolari” del vecchio pontone ormeggiato al Molo Quarto, che per voce del presidente Fabrizio Pertot, anzi per tastiera, visto che si tratta di un comunicato, reclamano la discesa dell’inquilino che protesta, chiamando «chi di dovere» in causa.

«Con tutto il rispetto che si deve a chi, per difendere il posto di lavoro, mette a repentaglio la propria vita - scrive Pertot - non possiamo più sorvolare sulla vicenda che riguarda l'occupazione abusiva dell'Ursus. Scelta sua, con tutti i rischi che ciò comporta, ma quello che preoccupa noi della Guardia Costiera Ausiliaria, che oltre ad esserne proprietari siamo quelli che lo accudiscono, sono le conseguenze che una così prolungata assenza di manutenzione potrebbero avere sulla già precaria situazione del pontone. Per motivi di sicurezza le forze dell’ordine, che fin dal primo momento sono impegnate nel monitoraggio e nel seguire l’evolvere della situazione, impediscono ai nostri volontari l'accesso al pontone e di conseguenza la possibilità di effettuare i controlli e gli interventi che si rendessero necessari. Questo prolungato atto dimostrativo, tra l’altro, ha mandato a monte il piano di interventi che, grazie al contributo della Regione, erano stati programmati proprio in questo periodo per mettere in sicurezza il pontone che porta ancora i segni della tempesta che lo ha danneggiato un paio d'anni fa. E come se non bastasse ci ha costretti ad annullare le iniziative che si intendevano effettuare per l'arrivo del Giro d'Italia, l’Ursus doveva essere illuminato di rosa, e a rifiutare proposte di eventi culturali e musicali che alcune associazioni intendevano organizzarvi sopra durante l'estate. Una stagione persa, ed è un vero peccato, perché si potevano raggranellare un po' di fondi che non avrebbero fatto male alle necessità del pontone e soprattutto utili per abbattere il debito che ancora si ha nei confronti della Tripmare per il suo salvataggio. L'auspicio è che la questione si risolva al più presto, ed è per questo che ci appelliamo a chi di dovere perché ponga in qualche modo fine a questa vicenda che, stando così, non risolve i problemi del signor Di Finizio ma ne crea di altri».

Il titolare della “Voce della luna” devastata da un incendio nel 2008, però, non demorde nella sua protesta estrema contro l’Europa delle banche. «Mi dispiace profondamente arrecare una qualche forma di disturbo, pur immagino minimo, dato che si parla di una gru inattiva da cent’anni, alle attività di quest’associazione, ma io devo difendere i miei principi di lotta», ha replicato ieri telefonicamente dall’alto della sua posizione, sostenendo di non sentirsi solo: «Anche se i mezzi d’informazione non ne parlano ci sono persone, amici che mi continuano a stare vicine e a condividere la mia forma di protesta». Il riferimento è ai banchetti di piazza della Borsa, che si ripetono al mattino dallo scorso lunedì, «cui ha aderito anche Fulvio Covalero per il Comitato Obiettivo Trieste. Chiunque vi può partecipare, per come la vedo. Pd, Pdl, grillini, non m’importa. È il principio di lotta che va difeso».(pi.ra.)

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