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Scuole a pezzi, emergenza da 16,5 milioni

È la somma che servirebbe per mettere a norma tutti gli edifici di proprietà comunale. La denuncia di “Essere cittadini”: «Basta con la politica del rattoppamento»

2 minuti di lettura

Quanti soldi servirebbero per rimettere in sesto le scuole di Gorizia? Tanti, probabilmente troppi in un momento di coperte sempre più corte. Stando al Piano provinciale dell’edilizia scolastica, messo a disposizione dal Pd locale, le risorse necessarie supererebbero i 16,5 milioni: 16.625.000 euro, per la precisione. Una cifra che, ironia della sorte, quasi coincide con il taglio delle risorse all’Azienda sanitaria isontina.

La scheda

nel dettaglio

Sono 24 gli edifici scolastici di Gorizia sui quali è stata puntata la lente d’ingrandimento. Le necessità di finanziamento più pingui riguardano la scuola Ascoli-Favetti di via Mascagni per la quale occorrerebbero 2.450.000 euro, seguita dalla “Trinko” di via Gabrizio (per il suo adeguamento normativo servono 2 milioni). A scendere c’è la previsione di rimettere in sesto la “Perco” di via Romana (1.600.000 euro previsti anche per la scuola primaria) e le scuole primarie di via Zara e di via Codelli (1,5 milioni ciascuna).

Il Comune di Gorizia, comunque, non è all’anno zero: qualcosa è stato fatto anche se resta molto, anzi moltissimo da fare. Gli interventi più importanti degli ultimi tempi hanno interessato le scuole elementari Frinta di via Codelli, Fumagalli di via Cappella e Pecorini di Straccis, in via Gramsci. Un po’ meno rosea è la situazione delle scuole dell’infanzia: tant’è che nella richiesta di contributi al ministero figurano ben... 11 edifici. I vari asili di via Romagna, via Forte del Bosco, via Brigata Avellino, via Garzarolli, via San Michele, via Max Fabiani o via Lasciac, ad esempio, necessitano di alcuni interventi strutturali con spese che vanno dai 425mila euro di Corte Sant’Ilario ai 250mila della scuola d’infanzia di via Garzarolli.

La denuncia

di Essere cittadini

Intanto, l’associazione “Essere cittadini” punta il dito contro la politica del rattoppamento portata avanti da Comune e Provincia. «Laddove c’è un’emergenza o si trova qualche soldino (badate bene stiamo parlando dell’incolumità fisica degli alunni) interveniamo! Politica che su edifici già vecchi e, spesso, non costruiti per essere destinati ad ospitare una scuola, fa rabbrividire: tanto per fare un esempio concreto il Comune è riuscito a far inserire la scuola Ferretti di via Zara nell’elenco delle opere svincolate dal patto di stabilità? O si pensa che allestendo le due scale di sicurezza esterna si risolvano tutti i problemi? Che fine hanno fatto i tanto annunciati e discussi rilievi tecnici sulla struttura? La scuola insomma ha il certificato statico, ha passato i test antisismici? Domande che i genitori fanno da anni, senza alcuna risposta, proclami a parte. Non risulta poi, ma su questo saremmo felici di essere smentiti, che qualche opera di edilizia scolastica goriziana rientri nell’elenco renziano come priorità da finanziare. Se poi passiamo dall’edilizia alla didattica, la situazione, anche nelle scuole goriziane, è drammatica - attacca Essere cittadini -. Ma cosa imparano i nostri figli in scuole senza laboratori, senza palestre, che non fanno la raccolta differenziata, che non rispettano le norme di sicurezza (quindi modello educativo negativo)?».

I genitori in prima linea di “Essere cittadini” puntano il dito anche sui programmi d’insegnamento. «Si abbia il coraggio di ammettere che oggi nelle aule non si parla o si parla troppo poco, di valori come la pace, il rispetto per la persona, la civile convivenza, la politica, la storia delle religioni, i diritti fondamentali sanciti dalle convenzioni internazionali e dalla nostra Costituzione, la corretta alimentazione, i danni causati dalle droghe, dal fumo e dall’alcool, la sicurezza stradale, l’ambiente, la produzione del cibo a chilometri zero...»

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