Chiude la Collodi, il saluto di bambini e maestre
Festa di addio, o meglio di arrivederci, alla scuola d'infanzia di largo Isonzo, che da settembre chiuderà i battenti in attesa dei lavori di risanamento per i quali, però, ad oggi mancano i fondi.

È solo un “arriverderci” quello che bambini e genitori, educatrici ed ex insegnanti, assieme al sindaco Silvia Altran e all’ex dirigente scolastica Alessandra Romani dell’Ic Randaccio, hanno dato venerdì pomeriggio alla scuola dell’infanzia “Collodi” di largo Isonzo, da settembre chiusa per problemi strutturali, in attesa dei lavori di risanamento. Per tutti, anche per i tanti ex frequentatori della scuola che hanno voluto partecipare all’iniziativa, l’obiettivo è quello che il rientro dalla scuola primaria Duca d’Aosta, dove la “Collodi” sarà sistemata, avvenga nel più breve tempo possibile. Si parla, comunque, almeno di due anni, anche perché, al momento, i fondi necessari non ci sono. «Il Comune ha presentato richiesta di finanziamento per 950mila euro alla Regione - ha affermato il sindaco Silvia Altran, a margine della festa - che sta vagliando le richieste. Confidiamo nell’assegnazione del contributo. Stiamo valutando anche altre soluzioni per reperire le risorse necessarie». Il sindaco ribadisce come assicurare la presenza di una scuola dell’infanzia per l’area di largo Isonzo sia prioritario e quindi l’obiettivo rimane il rientro “a casa” il più velocemente possibile.
Chiude la Collodi, l'arrivederci di bambini e genitori
È quello che, appunto, si augurano e vogliono genitori, bambini e insegnanti, che venerdì pomeriggio hanno salutato la scuola, aperta fino al 30 giugno, normale conclusione dell’anno scolastico. Lo hanno fatto con una canzone, cantata da tutti. «Ciao Collodi, ciao - hanno detto in coro bambini e adulti uniti in un abbraccio simbolico all’edificio -, se lo dici con speranza, presto ritorneremo, dimmi ciao». Due ex maestre, travestite da Pinocchio e Grillo parlante, hanno poi guidato i bambini in un viaggio immaginario verso la Duca d’Aosta, riportandoli, però, anche nella loro scuola. «Tante storie di bambini, famiglie e personale della scuola si sono intrecciate - ha spiegato l’ex educatrice della “Collodi”, Paola Deffendi - permettendo una ricca storia pedagogica, innovativa e contraddistinta da varie sperimentazioni svolte a livello nazionale, che ormai s’identifica nella struttura stessa». Nelle strutture per l’infanzia e non solo, ha sottolineato l’ex insegnante, esiste una stretta correlazione tra il progetto curricolare e gli aspetti architettonici interni ed esterni che non sono elementi neutri. «L’augurio di tutti coloro che hanno contribuito a renderla un luogo di cultura per l’infanzia - ha aggiunto Deffendi -, impegnandosi insieme in un progetto pedagogico per la crescita del bambino, è che, dopo un breve trasferimento, possa tornare nella sede originaria in un percorso di andata e ritorno, ricca anche della nuova esperienza».
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