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Giunta Serracchiani, cresce la “fronda”

Nuove critiche alla governatrice da Acli, Cisal e Confesercenti. Mal di pancia sempre più evidenti anche all’interno del Pd

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TRIESTE. L’onda non si arresta. Alla pesante critica del leader regionale della Cgil Franco Belci, in parte sposata anche da Cisl e Uil, oltre che dall’Ugl che spinge per un rimpasto nell’esecutivo, arrivano a cascata ulteriori attacchi alla squadra di Serracchiani, seppur più cauti e con sfumature diverse. Nell’ordine: Cisal, Acli e Confesercenti. Un assalto che una sponda del Pd, pur restando nell’ombra, approverebbe. Belci, insomma, ha sollevato il coperchio. E così Debora, a un anno dall’elezione a presidente, si trova ora nel momento più difficile. Contestata, lei e la sua giunta, con tanto di nomi e cognomi degli assessori giudicati inadatti al ruolo o poco presenti; nel mirino sono finiti Paolo Panontin (Enti locali), Mariagrazia Santoro (Infrastrutture), Sara Vito (Ambiente) e Loredana Panariti (Lavoro).

Una polemica in casa, per la prima volta, partita dal sindacato che le è più vicino. Una fronda pericolosa per i democratici, che prende forma a poche settimane dal voto per le europee e le amministrative che porteranno alle urne 127 Comuni del Fvg. Il ritornello è più o meno la stesso: una governatrice che nel doppio ruolo di vice-segretaria nazionale di Renzi non ce la farebbe più a seguire il territorio, non risponde alle convocazioni, evita il confronto. Inaccettabile, a sentire gli animi, per una regione nel pieno della crisi. «La seconda peggiore in Italia», accusavano le parti sociali, che invocano risposte immediate su politiche industriali, lavoro e infrastrutture.

A riaprire le danze, è la Cisal che, da inizio legislatura, attende ancora un incontro con la governatrice. Il segretario regionale Fabio Bonivento, chiarendo che il sindacato (il quarto in Italia) è l’unico che, per statuto, più fregiarsi dell’autonomia, denuncia “forti perplessità” sulla macchina regionale messa in piedi in questa legislatura. Cioè su come sono stati costruiti assessorati, direzioni e servizi. Le colonne della Regione, in sostanza. La Confesercenti Fvg, con il responsabile Lavoro Gianpiero Gogliettino è più netta: «Sosteniamo con forza e senso di responsabilità le preoccupazioni manifestate dalle organizzazioni sindacali circa l’atteggiamento di chiusura dei componenti della giunta che – spiega – in un clima di forte contrazione dei livelli occupazionali e di crescita esponenziale delle ore di cassa integrazione non considera le proposte strutturali rappresentate anche dalla Confesercenti nelle sedi opportune. In particolare ribadiamo la necessità non di interventi a spot, che in situazioni di crisi strutturali nulla risolvono, ma di una politica industriale e fiscale efficaci in sinergia a una ridefinizione delle regole di efficientamento dei servizi per l’impiego e delle politiche attive del lavoro». Franco Blasini, presidente Acli Fvg, pur apprezzando gli sforzi dell’esecutivo a favore dell’inserimento occupazionale dei giovani, ammette le perplessità sul resto. «Il giudizio è sospeso, ma ci piacerebbe un’interlocuzione più frequente su lavoro, associazionismo e terzo settore e che si desse seguito agli impegni presi su sanità e sociale».

A una parte del Pd, dopo la difesa d’ufficio della segretaria Antonella Grim, non dispiace più di tanto la piega che sta prendendo la vicenda: qualcuno aspettava da tempo che i nodi venissero al pettine. Dal Fvg il consigliere Mauro Travanut su Serracchiani ricorda di aver «sempre sostenuto che non è possibile fare bene due mestieri», mentre da Roma il senatore Lodovico Sonego allarga la riflessione: «So per esperienza che fare riforme vere è una cosa impegnativa - dichiara -. E che non si possono accontentare tutti, ma per riuscire a farle non si possono nemmeno scontentare tutti. Il dialogo è la via maestra». Ettore Rosato, parlamentare, smorza. «La scelta nazionale di Serracchiani è un impegno che aiuta la regione. Il Fvg, dopo 5 anni di insipienza, ha una voce autorevole. I sindacati devono trarre una valutazione positiva».

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