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I sondaggi affossano il governo sloveno

Il 73,6% degli interpellati boccia la premier Bratušek. La Lista nazionale dell’alleato Virant precipita all’1,4%

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TRIESTE. Una Caporetto. L’ultimo sondaggio mensile effettuato dalla società Ninamedia nei giorni dal 15 al 17 aprile su un campione di 700 aventi diritto al voto è una vera e propria disfatta per il governo sloveno capitanato da Alenka Bratušek. Il 73,6% boccia il suo operato. Ma anche per gli altri partiti di coalizione, fatta eccezione per i socialdemocratici, il risultato è a dir poco a tinte fosche. Di contro non ci sono nuove formazioni politiche emergenti, sintomo di una stagnazione politica preoccupante cui va associato anche il 32,8% che non andrà a votare e il 23% degli indecisi. Per la bella Alenka, dunque, un inizio di primavera a dir poco disastroso che potrebbe addiritura trasformarsi in una vera e propria disfatta se tra due giorni, al congresso del suo partito, Slovenia positiva, dovesse essere sconfitta dal vulcanico sindaco di Lubiana, Zoran Jankovi„ nella corsa alla poltrona della presidenza. Se ciò dovesse materializzarsi sarebbe la fine del governo Bratušek con la stessa premier decisa a dare le dimissioni ancor prima che gli altri partner lascino la coalizione.

Altri partner che non se la passano troppo bene. Se i socialdemocratici di Igor Lukši›, tra l’altro capolista alle prossime europee, possono sorridere dall’alto del loro 12,1% che li porta a capeggiare la classifica delle intenzioni di voto, per gli altri tre sono dolori. Positiva Slovenia della premier Bratušek perde la doppia cifra e si deve accontentare del 5,6%. Ancora peggio per i pensionati (Desus) del ministro degli Esteri, Karl Erjavec a quota 4,6%. I democratici di Janez Janša (centrodestra) seguono a ruota i socialdemocratici con l’11,8%. Se si votasse oggi oltre a Sds, Sd, Ps e Desus entrerebbero in Parlamento anche Nsi e Sls. Campane a morto, invece, per il partito di governo capitanato (Ln) dal ministro degli Interni, Gregor Virant che ottiene un risicato 1,4%, mentre Solidarnost, una costola dei movimenti di protesta della cosiddetta Rivolta dei fiori deve accontentarsi di appena uno 0,6%. Lo stesso dicasi per la coalizione della Sinistra unita.

Con una settimana di ritardo, venerdì 25, andrà in scena la via crucis della Bratušek con Ponzio Pilato Jankovi„ pronto a non ostacolarne la crocifissione politica. Molti sostengono che se la Bratušek dovesse dimettersi ci sarebbe la possibilità che il centrodestra guidato da Janša riesca a formare una coalizione di governo.

Ma anche la destra è molto frammentata con una vera e propria guerriglia in atto tra democratici (Sds) e popolari i quali non vedono di buon occhio un futuribile esecutivo di centrodestra guidato da Janša e fanno invece l’occhiolino a una possibile Grosse Koalition, ipotesi questa cassata da Janša. Jankovi„ commenta l’ipotesi “centrodestra al potere” con una sonora risata e prosegue sulla sua strada. Bratušek batte l’intero territorio nazionale alla ricerca di ogni consenso possibile da spendere alla resa dei conti congressuale. Anche qui sono entrati in azione gli immancabili sondaggi che danno Jankovi„ vincitore.

Ricondotta comunque l’intera intricata vicenda alla “ragion pratica”, visti soprattutto i risultati dei sondaggi, appare molto improbabile che le forze politiche, soprattutto quelle di governo, mirino ad andare alle elezioni anticipate in una sorta di masochistico “muoia Sansone e tutti i filistei”. Per adesso, anche dopo il congresso di Slovenia positiva, ci sarà un forzato momento di stand by in vista delle elezioni europee proprio per sondare il polso all’elettorato. Al di là di sondaggi e opinioni varie una sola cosa è certa: alle elezioni per l’Europarlamento vincerà l’astensionismo. Per l’intera classe politica slovena sarà una pesante bocciatura.

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