Avieri americani caduti: a maggio via al recupero
L’obiettivo della task force Usa giunta a Grado è riportare in patria i resti rimasti nell’aereo inabissatosi a Porto Buso e in quello sepolto nel fango all’isola di Morgo

Il recupero dei resti degli aviatori americani (non tutti i 7 che mancano all’appello poiché precipitando in mare l’aereo si è spezzato) che si trovano ancora all’interno del bombardiere americano B24 finito in mare nel 1944 al largo di Porto Buso a una profondità di una quindicina di metri, è il primo degli obiettivi che la task force del Joint Pow/Mia Accounting Comand (Jpac) inizierà a fare a partire dal 3 maggio.
Oltre ad aver recuperato e portato a terra la calotta cranica di un aviatore, i volontari della Protezione civile di Grado, hanno individuato all’interno del velivolo altri teschi. Sono stati individuati tutti nella zona di coda dell’areo che era stato colpito mentre operava sopra Bressanone e il cui pilota aveva cercato disperatamente di trovare un punto di atterraggio d’emergenza, forse in Croazia. I due motori hanno smesso di funzionare e l’areo è precipitato spaccandosi in più parti (nel video che si trova sul sito del giornale proponiamo una simulazione di quanto accaduto nella laguna di Grado). La Joint Pow/Mia Accounting Comand (Jpac) ha sede alle Hawaii con una succursale molto importante per l’Europa che si trova in Germania. Ieri mattina a Grado c’era Jeffrey W. Brlecic del Comando che si occupa del recupero dei resti degli americani caduti in guerra. La delegazione americana era guidata dal colonnello Robert P. Ruffolo addetto militare dell’Ambasciata italiana di Roma. Con loro anche una donna, tenente della marina militare americana e un maresciallo dell’esercito americano, entrambi subacquei. Saranno loro a occuparsi dell’opera di recupero che così, sperando di poter identificare i resti degli aviatori, come ha detto il colonnello Ruffolo, porterà finalmente pace nelle famiglie americane che ancora non sanno nulla dei loro cari.
Qualcosa dell’areo l’hanno in ogni caso potuto vedere e toccare ieri in quanto, dopo l’incontro in Comune, sono stati accompagnati nella sede della Protezione Civile dove si trova parte del timone di coda dell’areo che la scorsa estate Giuliano Felluga e altri volontari hanno recuperato. Dopo questo ritrovamento l’areo è stato coperto con una speciale telo che è stato ricoperto di sabbia per impedire che qualcuno vada a rubare qualche piccolo pezzo del velivolo. A ricevere la delegazione americana in Comune c’erano il sindaco, Edoardo Maricchio, il vice sindaco, Gianni Di Mercurio e il dirigente Giulio Bernetti. All’incontro c’erano anche i carabinieri guidati dal capitano Sante Picchi e il comandante di Circomare Grado, Ottavio Cilio. Conclusa questa operazione inizierà per la ricerca degli avieri dell’altro velivolo che si trova sotto 3-4 metri di fango all’isola di Morgo. Gli americani hanno dichiarato che intendono recuperare unicamente i resti degli avieri. L’aereo rimarrà invece dove si trova attualmente mentre alcuni pezzi, come il timone già recuperato, potrebbero trovar spazio al Museo del Mare.
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