Riqualificazione di Cattinara: il progetto arriverà dall’Australia
Aperte le buste, vince il raggruppamento guidato da uno studio di architettura di Sydney in associazione con tre realtà italiane. Tutti i sette candidati avevano proposto un ribasso del 20%

Arriva dall’Australia la “firma” capogruppo che realizzerà il progetto di restauro dell’ospedale di Cattinara e di costruzione del nuovo Burlo Garofolo da innestare un domani come costola adiacente. È in associazione con tre studi italiani, uno delle Marche e due di Roma. Ieri grande passo avanti nella mastodontica procedura per il più grande bando di gara attualmente attivo a Trieste, del valore di 140 milioni nel suo complesso e di 59 per il primo lotto che verrà concretamente realizzato: rifacimento totale delle degenze nelle due torri ospedaliere.
Tra le 14 e le 15 nella sala riunioni del palazzo della sanità in via Farneto l’ingegner Elena Clio Pavan responsabile della Gestione stabilimenti dell’Azienda ospedaliera e del procedimento di gara ha aperto assieme al suo staff in seduta pubblica le 7 buste contenenti l’offerta economica dei concorrenti rimasti in gara sui 10 preselezionati (24 le risposte iniziali al bando).
Tutti e 7 i candidati, tra i quali tedeschi e spagnoli più un capogruppo statunitense, hanno offerto senza distinzione il massimo ribasso consentito sia per i servizi di progettazione e sia per la direzione lavori: meno 20% a entrambe le voci. E la gara era appunto al massimo ribasso. L’ultimo e decisivo punteggio si è sommato a quelli dati dalla commissione di esperti nella valutazione di merito.
Poco meno di 30 i capitoli di punteggio parziale per diversi aspetti della qualità architettonica, dei requisiti di sicurezza e organizzativi presentati sulla scorta del documento preliminare alla progettazione. Ogni concorrente ha fatto bene da qualche parte, meno da un’altra. Sommati i “voti” ecco il verdetto della graduatoria: in testa il raggruppamento formato da Bvn Architecture Pty Ltd di Sydney assieme a Studio tecnico gruppo Marche di Macerata, e Ottaviani associati e architetto Massimo Cocciolito di Roma, primi all’esame di qualità per il criterio di organizzazione sanitaria. Al secondo posto gli spagnoli di Rpa srl con Tecnica y proyectos (in testa per il pregio tecnico), al terzo i tedeschi Tmk Architekten ingenieure Gbr e soci, tra cui Veneto progetti, ancora un gruppo spagnolo al quarto posto (Pinearq srl) con due soci, e altrettanto al quinto con Aidhos Arquitec (migliore metodologia di progettazione), in sesta e penultima posizione i tedeschi di Heinle Wischer in associazione con il siciliano Studio Cangemi sas. Ultimo, il gruppo di quattro formato dallo statunitense Jonathan Bailey con Dba progetti srl, Act progetti srl, Vittorino Parise.
In sala rappresentanti degli studi in concorso, ma proprio quello vincitore è risultato assente. C’è qualcuno? Silenzio. Una volta ascoltata la classifica nessuno in verità ha aperto bocca, mutismo tombale. Tanto che Pavan, per rompere il ghiaccio, ha assicurato: «Tutti i progetti erano di altissima qualità...». Ora il “n.1” con capogruppo a Sydney sarà vagliato nei requisiti, nella documentazione, e ai sensi della normativa antimafia. Due i concorrenti esclusi per aver messo nelle buste progettuali anche l’offerta economica che andava allegata a parte, la tedesca Nick and partner e soci, e la Argola Arquitectos: non hanno obiettato. Al Tar invece dopo l’esclusione ha perso la veneta Altieri spa che si era presentata con Svei spa e con il geologo triestino Carlo Alberto Masoli. Pavan ne ha riepilogato i motivi: «Mancato rispetto delle regole di gara, non osservanza delle “par condicio” con gli altri concorrenti, mancato perseguimento del pubblico interesse». I progetti sono stati esaminati da una commissione di super-esperti che si è riunita per 10 volte e ha dato i punteggi alle varie voci indicate dal bando, che volevano soppesare le migliori proposte in senso organizzativo, funzionale, della sicurezza, logistiche e così via. Una delle difficoltà è che tassativamente il cantiere non dovrà mai interrompere l’attività sanitaria, e che il progettista deve trovare una soluzione senza futuro aumento di spese di gestione. Altrettanto precisi i parametri sul Burlo, con obbligo di mantenere al pediatrico autonomia e riconoscibilità. Non ultimo, ai progettisti era richiesto di tener conto di una cosa che né in Spagna né in Australia, ma solo a Trieste, complica le cose: la bora.
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