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Tsunami T-Red, in ballo ancora 1.500 ricorsi a Gorizia

Solo nel 2015 il Giudice di Pace riuscirà a “smaltire” tutte le contestazioni. I dispositivi ai semafori dovevano rivelarsi un affare ma hanno causato solo problemi al Comune

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Ricordate i T-Red, le famigerate fotocamere ai semafori che “dispensarono” più di 12mila multe in pochi mesi? La storia ancora non si è ancora chiusa. Perché? Perché sono ancora in ballo più di 1.500 ricorsi al Giudice di pace. «E non c’è il rischio di prescrizione perché scatta appena dopo dieci anni», spiega il comandante dei vigili urbani, Marco Muzzatti. Ciò, in soldoni, cosa significa? Che fino al 2015 lo tsunami T-Red non cesserà i suoi effetti: continueranno ad esserci le udienze e la polizia municipale dovrà istruire, caso per caso, le pratiche relative alla difesa. Questo significa un impegno enorme, personale dedicato a questa problematica (e “distratto” dalla funzione di controllo delle strade), non solo mancati incassi ma spese.

Deadline fissata

al 2015

«Sì, abbiamo fissato come deadline il 2015. Visto il ritmo con cui arrivano le sentenze dei Giudici di Pace, è verosimile pensare che i ricorsi continueranno ad essere discussi sino all’anno prossimo», spiega Muzzatti. Che aggiunge: «Indubbiamente, la vicenda delle fotocamere ai semafori è un’eredità pesante. Si tratta di un “regalino” di cui avremmo fatto volentieri a meno visto l’impegno che comportano tutti quei ricorsi». Ricorsi, per inciso, che vengono praticamente tutti accolti e sempre (più o meno) con le stesse motivazioni. Possiamo dirlo senza ombra di smentita: le fotocamere ai semafori volute dalla giunta guidata dal sindaco Vittorio Brancati (e disinstallate alla scadenza del mandato della stessa amministrazione) si sono rivelate un fallimento. Autentico. Innanzitutto, la loro attivazione ebbe conseguenze elettorali “mortifere” per il centrosinistra: e poi, gli uffici della Polizia municipale sono stati sottoposti a un superlavoro vista l’impellenza di istruire le varie memorie difensive. L’assessore comunale agli Uffici legali, Guido Germano Pettarin si ripromette, non appena lo tsunami cesserà, di tirare le somme, «e vedremo quali sono stati i vantaggi di aver installato, a suo tempo, le fotocamere ai semafori: vantaggi, posso dirlo già oggi, che non ci sono proprio stati».

I numeri

delle sanzioni

Ricordiamo che le multe elevate nel periodo di attivazione dei controlli furono complessivamente 12.080: un numero notevole, quasi spropositato. Di queste 4.500 (il dato è chiaramente arrotondato) furono regolarmente pagate dagli automobilisti pizzicati a passare con il rosso. E il Comune deve ringraziare proprio coloro che non hanno fatto ricorso perché è grazie agli incassi da loro garantiti che il bilancio non è in «rosso» e a rischio di un’indagine della Corte dei conti. Il perché è presto detto. A suo tempo, la previsione (o meglio, la speranza) era di riuscire ad introitare - euro più, euro meno - un milione 600mila. Anzi, per la precisione, 1.667.040 euro: soldi che avrebbero arricchito il bilancio comunale. In realtà, il Comune di Gorizia dovrebbe essere riuscito a incassare a spanne 676mila 200 euro. Ma da questa cifra va tolta la somma che il Comune ha dovuto corrispondere - da contratto - alla ditta che ha installato le macchine fotografiche. E che corrisponde a 29,10 euro per ogni sanzione. Ebbene: per sapere qual è la cifra incassata dall’azienda basta moltiplicare il totale delle multe per 29,10 euro. Perché tutte le multe? Come avemmo già modo di spiegare a suo tempo, la ditta non incassa i soldi sulle sanzioni pagate, bensì sulle sanzioni accertate cioè su tutte 12.080.

Nel frattempo (ed è il rovescio della medaglia), tolti gli ingombranti T-Red, è tornata la pessima abitudine degli automobilisti goriziani di passare con il rosso. Basta posizionarsi in prossimità di qualsiasi impianto semaforico per constatare di persona che il giallo viene considerato alla stregua di un invito ad accelerare e il rosso non fa paura più a nessuno. «In effetti, ci dicono che aumentano le infrazioni ma per sanzionarle bisogna essere presenti in quei momenti», fanno notare al Comando comunale della polizia municipale. E c’è chi rimpiange le inflessibili fotocamere.

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