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Stamina sotto accusa «Dosi adatte ai topi non agli uomini»

Lo scrivono gli esperti del Comitato scientifico del ministero E l’Aifa diffida l’ospedale di Brescia dal continuare i prelievi

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(ansa)

ROMA. Quantità di cellule staminali mesenchimali adatte al topo e insufficienti per l'uomo, la richiesta di poter analizzare le cellule da parte di ricercatori italiani e stranieri e la diffida dell'Aifa agli Spedali Civili di Brescia dal trasferire le cellule trattate: sono i nuovi aspetti della vicenda Stamina, nella quale il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha detto di volere «assolutamente che sia fatta chiarezza».

Dai documenti prodotti dal Comitato scientifico del ministero della Salute, è emerso intanto che la quantità di cellule staminali mesenchimali indicata nel protocollo Stamina equivale a quella che viene utilizzata nei trapianti nel topo e non nell'uomo. La dose utilizzata per i trapianti cellulari nell'uomo è infatti di circa due milioni per chilo di peso corporeo, mentre il protocollo Stamina prevede il trapianto di due milioni di cellule in totale, come nel caso della Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), e l'adeguamento al peso corporeo non viene indicato con una dose esatta. E poichè il protocollo continua ad essere secretato, stanno aumentando i ricercatori che chiedono di poterlo visionare, così come di avere accesso alle cellule trattate negli Spedali Civili di Brescia. Il precedente è stata la richiesta di poter analizzare le cellule per controllarne la qualità da parte del direttore del Diabetes research institute di Miami, Camillo Ricordi. Sono seguite quindi richieste analoghe da parte di ricercatori specializzati nelle cellule staminali. La prima lettera è arrivata mercoledì da Paolo Bianco, fra i massimi esperti internazionali di cellule staminali mesenchimali e direttore del Laboratorio cellule staminali dell'università Sapienza di Roma, e ieri hanno presentato al ministro Lorenzin una richiesta analoga Michele De Luca, direttore del Centro di medicina rigenerativa «Stefano Ferrari» dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e da Umberto Galderisi, presidente dell’associazione Stem cell research Italy. Una richiesta analoga è arrivata agli Spedali di Brescia dagli Usa, firmata da un esperto del più importante laboratorio dedicato alle cellule mesenchimali dei National health institutes (Nih). Nel frattempo, però, è giunta a Brescia la diffida dell’Aifa «dal procedere al prelevamento e al conseguente trasferimento di campioni cellulari riferibili al cosiddetto “metodo Stamina”».

Dal testo emerge inoltre che una richiesta in tal senso è stata presentata dagli stessi Spedali Civili il 3 gennaio 2014. «Ne prendiamo atto e ci comporteremo di conseguenza», ha dichiarato in merito alla diffida il commissario straordinario dell’ospedale, Ezio Belleri. Alle richieste pervenute da Camillo Ricordi e «ad altre analoghe richieste», ha specificato Belleri, «non potevamo decidere in forma autonoma».

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