Spariti dalla borsetta 5mila euro E le Maldive restano un sogno
Dopo la prenotazione on-line, una cittadina croata era giunta in città per recarsi all’agenzia di viaggi. Si è fermata però a bere un caffè in bar del centro lasciando incustodita la busta con i soldi

Stava per realizzare la vacanza dei suoi sogni. Maldive. Ma la vacanza resterà solo nei suoi sogni. Colpa di una sua imperdonabile leggerezza, mischiata ai cattivi pensieri messi probabilmente in pratica da qualche ladruncolo da quattro soldi. Che stavolta però ha fatto bingo, ha realizzato a sua volta il colpo dei suoi sogni, e quando meno se lo poteva immaginare.
Vittima di questa fatale combinazione è rimasta l’altro giorno una donna croata, che presumibilmente poco lontano dalla cassa di un bar del pieno centro triestino, dove aveva appena sorseggiato un caffè in compagnia di amici, s’è vista - o meglio non ha visto, sennò sarebbe andata diversamente - sfilare da ignoti, dalla propria borsetta, una busta in cui aveva messo cinquemila euro in contanti: erano i soldi che intendeva utilizzare di lì a poco per pagare appunto il viaggio della vita, dato che poi ha raccontato alla polizia che la tazzina di caffè sarebbe stata l’ultima tappa prima di recarsi in un’agenzia turistica del centro stesso per confermare (e saldare) la prenotazione della supervacanza alle Maldive prenotata via internet da casa.
Il “fattaccio” risale per la precisione a mercoledì pomeriggio. La signora d’oltreconfine - di cui non sono state rese note le generalità - s’era messa in macchina da casa sua, dalla Croazia, proprio per raggiungere Trieste, città in cui opera l’agenzia viaggi cui si era appoggiata nei giorni immediatamente precedenti per la prenotazione della propria vacanza dal computer. Doveva - così poi ha riferito alla polizia, cui ha sporto denuncia - semplicemente pagare, dare un seguito reale a quella prenotazione virtuale. Ha pensato bene, però, anzi male, col senno di poi, di passare prima in banca per prelevare, come si diceva, i cinquemila euro richiesti per confermare tale prenotazione.
Una volta raggiunta la nostra città, la donna - stando sempre ai suoi racconti, verbalizzati successivamente dalla Questura - prima di recarsi in agenzia si è fermata in compagnia di amici in un noto bar di via delle Torri che porta il nome di un’ancora più nota azienda triestina di caffè: grande la voglia di gustare il vero espresso nella patria dell’espresso. Una voglia costata salatissima: cinquemila volte di più dell’euro che ci sarebbe voluto. La cittadina croata in trasferta, infatti, ha poi raccontato alla polizia di aver abbandonato per pochi secondi la propria borsetta su una seggiola del locale, e di essersene allontanata di qualche metro per guadagnare la cassa e pagare. Ma quando la borsetta se l’è ripresa, nell’appoggiare al’interno il portafogli s’è sentita ghiacciare il sangue. La busta con i cinquemila euro non c’era più. Fatto uno più uno, la prima cosa cui viene da pensare è che il furto possa essere capitato proprio nel bar, ma - considerati gli elementi resi dalla derubata e finiti conseguentemente in possesso delle forze dell’ordine, elementi scarni per tentare una ricostruzione precisa di quanto avvenuto - non si può logicamente escludere che la donna sia rimasta vittima di un furto di destrezza di qualche ladruncolo, o ladruncola, direttamente sulla pubblica via. Oltre alla malafede altrui, tuttavia, non va trascurata come si diceva la leggerezza compiuta dalla diretta interessata. La quale, essendo straniera, non sapeva evidentemente che non avrebbe comunque potuto consegnare all’agenzia cinquemila euro in banconote: la legge attuale dello Stato italiano, in effetti, ammette pagamenti in contanti fino a 990 euro. Dai mille in su ci vogliono bonifici, assegni, bancomat, carte di credito, nel nome della tracciabilità. L’avesse saputo, la sua vacanza non sarebbe rimasta solo un sogno.
@PierRaub
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