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Università, eletto il Cda “interno”

Al primo posto il chirurgo Marina Bortul, secondo il ricercatore Zilli. Una rosa di 14 per gli esterni

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Cambia la fisionomia di vertice dell’Università, che dopo aver messo a segno un buon aumento di studenti vota i tre rappresentanti dei docenti per il nuovo Consiglio di amministrazione. E con una discreta percentuale di accesso alle urne, il 62% a fronte del precedente 36% con le vecchie regole, quando gli associati non raggiunsero il quorum. Mentre il 28 ottobre scade il bando per la ricerca del direttore generale (un esterno, figura inedita) e il 31 il Senato accademico sceglierà tra i 14 candidati ammessi i tre membri esterni del Cda.

La votazione dell’altro giorno ha sovvertito la tradizione gerarchica. Promuovendo al primo posto con 182 voti la docente associato Marina Bortul, medico chirurgo, al secondo un ricercatore, già presente negli organi direttivi, Sergio Zilli con 135 preferenze, e al terzo un professore ordinario, Valter Sergo, il docente di Tecnologia dei materiali considerato vicino al rettore Maurizio Fermeglia, che ha avuto 115 voti.

Per la prima volta, con le nuove regole che seguono la nuova legge e il nuovo conseguente statuto, è votato unitariamente e non per fascia (ordinari, associati, ricercatori), ma si è inaugurato il voto di “genere”. Esprimendo la preferenza per un candidato-uomo c’era la possibilità di dare un secondo voto a una candidata-donna e viceversa.

In cima e con forte stacco è finita proprio una donna sugli 8 che si erano proposti, portando peraltro in prima fila il dipartimento di Scienze mediche, mentre l’ultimo posto con 22 voti è di Paolo Gasparini, genetista al Burlo Garofolo noto per le sue ricerche sul “dna del gusto”, per cui ha realizzato un viaggio “sulle vie della seta”. Tra gli altri esclusi nell’ordine gli associati Angelo Venchiarutti, Mauro Tretiach, Sara Toniolo, e la ricercatrice Sabina Passamonti. Erano 704 gli aventi diritto, alle urne sono andati 438 (62%), solo 2 le schede bianche e 7 le nulle.

In contemporanea si è votato per un rappresentante dei tecnici e amministrativi. Dei 743 aventi diritto, hanno votato in 382, poco più della metà (51,43%), con 10 schede bianche e 5 nulle. Due i candidati, Maurizio Florio, responsabile delle Risorse elettroniche dell’ateneo, che è risultato eletto con 189 voti, e Celso Nannini, capo ripartizione del Provveditorato che lo ha rincorso a quota 178.

Molto più folta la schiera degli esterni che per la prima volta entrerà in un organo di governo dell’università, per di più con sistema semi-elettivo dopo che l’ateneo ha vinto la causa al Tar col ministero, che imponeva invece la “nomina”, più discrezionale. Trieste è uno dei soli 5 atenei d’Italia che ha voluto democratizzare questo passaggio. Il Senato accademico l’altro giorno si è riunito per scegliere fra i curriculum dei ben 14 che hanno dimostrato di ambire al Cda universitario, ma la decisione finale è stata rimandata. Appunto al 31 ottobre. Decisione difficile?

Chi entrerà sui 14 candidati di cui solo due sono le donne? La lista è composta da Eugenio Ambrosi, esperto di comunicazione, docente a contratto; Diego Bravar, presidente e amministratore delegato di Ital-Tbs; Nicola Pangher, della stessa azienda consigliere di amministrazione per le attività internazionali; Massimo Cessari, dirigente della Corte dei conti; Elisabetta Cividin, nel Cda dell’impresa edile di famiglia, presidente dei Giovani industriali; Enrico Conte, direttore dell’Area educazione del Comune di Trieste; Stefano De Monte, imprenditore, già consulente della Sincrotrone-Elettra e nell’albo degli esperti del Miur; Giorgio Gerometta, direttore del Bic incubatori Fvg; Nicoletta Giadrossi, manager; Omero Leiter, commercialista con numerosi incarichi pubblici; Paolo Privileggio, direttore della Siot e nel consiglio direttivo di Federmanager Fvg; Piercipriano Rollo, già direttore centrale alla Fincantieri per strategie d’impresa e gestione della ricerca. In più ci sono i due indicati dalla Regione, Anna Del Bianco e Nicola Manfren.

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