In Fvg scintille tra i Cinquestelle, eletti sotto tiro
Il coordinatore del meetup udinese: «Flop del movimento dopo la spartizione delle poltrone». La consigliera regionale Bianchi replica: «Illazioni»

TRIESTE. Quasi che il Movimento 5 Stelle fosse un ufficio di collocamento. Terminato il periodo delle assunzioni, sono evaporati i “trombati”. E gli iscritti ai meetup sono drasticamente calati. Michelangelo Giumanini, insegnante friulano, ha coltivato l’ambizione di fare il candidato presidente della Regione. «Mi ha fatto fuori il branco», racconta un anno dopo mettendo sotto accusa chi, invece, un posto al sole in Consiglio regionale, l’ha trovato. Replica a stretto giro di posta della capogruppo Elena Bianchi: «Giumanini, in Consiglio, non c’è. Non sa di cosa parla».
Non è certo il primo scontro in casa grillina. Alle comunali 2011 di Trieste si visse lo scisma: da una parte Paolo Menis (6% da candidato sindaco), dall’altra i secessionisti: Enrico Mengotti e la moglie Kara De Riz. A Udine, estate 2012, proprio Giumanini entrò in contrasto con Giorgio Cella su chi fosse il coordinatore provinciale. Oggi Giumanini ribadisce di parlare da organizer del meetup (nel gergo grillino significa coordinatore di un luogo d’incontro sul web) della provincia di Udine, quello con più iscritti in Fvg. Interviene, quindi, ancora da dentro il mondo stellato: «Quello che vedo ha il sapore del flop». Ma che cosa succede? Innanzitutto, spiega, il movimento perde iscritti: «Nell’Udinese si è passati da 1.200 a 1.074. A Trieste se ne contano 1.069 a Gorizia 333, a Pordenone 653. Cifre in calo del 10-20% nel solo primo semestre 2013». Non è troppo difficile né entrare né uscire dal M5s: «Due click e sei fuori dal meetup. Lo stesso vale per l'iscrizione». Due click serviti in particolare «a quelle persone che si erano avvicinate al movimento per cercare un posto». In sostanza, i “trombati” «se ne sono andati. Lo testimonia anche il fatto che sul web le discussioni sono scomparse. Finita la caccia alle poltrone, e visti anche gli scarsi risultati degli eletti, le istanze stellate non interessano più». Molto duro, l’organizer grillino, anche nei confronti dei consiglieri regionali: «Sui costi della politica avrebbero dovuto alzare le barricate. E invece, come su altro, stanno dormendo: evidentemente le poltrone dell’aula hanno un effetto soporifero». Nessuno sconto nemmeno al candidato governatore Saverio Galluccio: «Operazione da prima Repubblica quella di farlo diventare caposegretaria». Veleno anche verso la Bianchi: «Quando ci si è resi conto che l’avvicinarsi al movimento avrebbe potuto garantire un posto di lavoro, i meetup si sono moltiplicati. Udine si è divisa tra regionali e comunali, si è sdoppiata Gorizia, ha rischiato la scissione anche Trieste. Ma “regionali Udine” è quello più spassoso con la capogruppo Bianchi a fare da co-organizer e come vice niente di meno che la sorella e il compagno».
La diretta interessata non incassa. «È vero che Giumanini ha alle spalle il meetup storico di Udine – afferma la capogruppo –, ma da lì se ne sono andati tutti. Le mille persone di cui parla? Alle assemblee si ritrovano in tre. Il movimento ha più volte preso le distanze da un personaggio privo di credibilità, le cui illazioni continuano a nascondere scopi di pura visibilità personale in vista dei prossimi appuntamenti elettorali». Ma Giumanini tira dritto. Sostiene di essere stato «fatto fuori dal branco». «Nella primavera 2012 alle riunioni non si presentava nessuno. Dopo qualche mese, in vista delle elezioni, sono arrivati in tanti. E i “disinteressati” hanno pensato bene di allearsi per escludere chi sembrava avere più chance nel momento in cui il M5S era accreditato di un solo consigliere regionale». E a Roma che succede? «Gli eletti che dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, si sono trasformati in bastoncini Findus. I parlamentari, e non solo loro, ogni volta che aprono bocca, vengono puntualmente ghiacciati da Capitan Fracassa. Grillo è ormai del tutto incapace di proposizione politica e timoroso di un confronto congressuale. Ma sono convinto che, sperando non emergano scheletri nell'armadio, il movimento può rinascere».
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