“Coscienza sessuale” nelle scuole di Duino, i genitori si ribellano
Polemica su una lettera con cui il Comune invita le famiglie ad aderire ai due progetti “Luna e l’altra” e “Seme e vita”

Sulla carta si tratta di due «progetti innovativi», organizzati dalla scuola in collaborazione con il Comune di Duino Aurisina nell'intento di «portare educazione alle famiglie» e «sviluppare la consapevolezza femminile per le ragazze e le madri e la coscienza maschile per i ragazzi e i padri». In pratica le iniziative proposte in via sperimentale e facoltativa ai genitori di alunni tra i 12 e 14 anni hanno sollevato perplessità (eufemismo) e, in qualche caso, l'intenzione di boicottare gli incontri previsti in fascia serale il prossimo anno scolastico alla Casa della pietra di Aurisina.
La protesta, rilanciata con un'interrogazione firmata dall'opposizione duinese compatta (Pdl, Lista Ret, Progetto civico) che sui due progetti “Luna e l'altra” e “Seme e vita” vuole chiarezza, è scaturita da una lettera di adesione consegnata a scuola e diretta a genitori di ragazzini iscritti negli istituti di Duino Aurisina. Contestati in particolare il linguaggio esplicito (per il centrodestra da «rito di iniziazione»), e le modalità degli incontri, che associano alla ragazza la presenza della madre e al ragazzo quella del padre, mettendo in difficoltà i genitori divorziati o vedovi. Qualche adulto ha poi rilevato l'inopportunità dell'iniziativa che si inserirebbe nel personalissimo rapporto di educazione sessuale intessuto da ogni genitore. «Si tratta di progetti innovativi – recita la lettera alle famiglie – che si rivolgono specificamente alle ragazze che hanno avuto il loro “primo sangue” e ai ragazzi che hanno avuto il loro “primo seme” nell'ultimo anno. È quindi per noi importante sapere con certezza se il ragazzo ha avuto la sua prima eiaculazione e la ragazza la sua prima mestruazione».
Frasi che hanno destato imbarazzo. Così come il finale del percorso, con una “festa” per celebrare l'avvenuta maturazione: sarebbe «l'esaltazione di una maturazione sessuale oggi già fin troppo ossessivamente celebrata nei ragazzini di quest'età», spiega una mamma di cui omettiamo il nome a tutela della figlia minore. «Sarà che come madre di una dodicenne ho una sensibilità diversa, ma non mi pare il caso di fare la festa del “primo seme” ai ragazzini: cosa rappresenta? Enfatizzare questi cambiamenti ci pare francamente troppo. Mi sarebbe più piaciuta un'iniziativa concentrata sul rispetto delle ragazze o una visita al consultorio». La madre di un ragazzino teme invece che la non partecipazione all'iniziativa, causa la timidezza del figlio, possa essere oggetto di scherno dei compagni, «che potrebbero tacciarlo di essere diverso da loro».
L'assessore alle Politiche sociali Tatjana Kobau, pur comprendendo ritrosie, parla di «progetti a lungo meditati» (con valutazione e assenso dei presidi e degli uffici all'istruzione), che vogliono «essere un qualcosa in più per favorire il dialogo in famiglia su questi temi: un primo passo per instaurare un rapporto di fiducia tra adolescente e adulto». I progetti saranno attuati «solo se si registrerà una soglia minima di partecipazione». E «non è un'iniziativa obbligatoria: il genitore che non fosse d'accordo è libero di non far aderire il figlio». Kobau chiarisce che negli incontri non si parlerà di educazione sessuale o contraccezione, ma ci si concentrerà solo sulle trasformazioni fisiche e i cambiamenti dei ragazzi, per sviluppare consapevolezza. «Oggi i giovani hanno accesso alle informazioni in modo più immediato – dice – ma è neglio che un figlio si rivolga agli adulti quando è in difficoltà, piuttosto che cercare su internet improbabili soluzioni. I progetti abbattono un tabù, ma non sono un'imposizione. Credo nell'iniziativa e spero che i genitori vadano oltre i dubbi e vi aderiscano».
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