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Ostetricia, nel 2013 parti in picchiata nell'Isontino: a rischio entrambi i punti nascita

Secondo una proiezione dell’Azienda sanitaria isontina entro l’anno ci saranno 278 nascite a Gorizia e 432 a Monfalcone: troppo poche. E l’Ass sta progettando le possibili vie d’uscita visto che non si rispetta il parametro dei 500 parti

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Il 2013 rischia di diventare l’annus horribilis per i Punti nascita di Gorizia e di Monfalcone. Dal primo gennaio al 31 maggio si sono registrate al San Giovanni di Dio 116 nascite contro le 180 verificatesi al San Polo. Ma sono i dati di proiezione che preoccupano non poco. Perché, se non dovessero registrarsi poco probabili “emigrazioni” da fuori provincia di gestanti nei due nosocomi, i dati sarebbero pesantissimi. «Le ultime proiezioni - spiega il direttore generale dell’Ass isontina, Marco Bertoli - prevedono, al 31 dicembre 2013, 278 parti a Gorizia e 432 a Monfalcone». Come ha dire: se Atene piange, Sparta non ride. In entrambi i casi l’obiettivo dei 500 parti diventerebbe una chimera: sarebbe un risultato lontanissimo per Monfalcone mentre non ci sarebbe proprio partita per Gorizia. La speranza, per chi a cuore la sorte dei due reparti, è che la statistica non si riveli una scienza esatta e i numeri, questi tremendi numeri, possano essere sovvertiti.

«È chiaro che questi dati non fanno altro che confermare ciò che già sapevamo - spiega il direttore Bertoli -. L’Azienda sanitaria isontina si è mossa per tempo in maniera da trovare soluzioni alternative. Si sono svolte due delle quattro giornate di study-tour con i colleghi sloveni: prima all’ospedale di Monfalcone, poi a Gorizia. Poi, sarà la volta della visita al nosocomio di Sempeter da parte della nostra delegazione. Ciò permetterà di approfondire la reciproca conoscenza dei servizi esistenti nel Comune di Gorizia e in quelli dei Comuni di Nova Gorica e Sempeter. A conclusione delle 4 giornate di approfondimento proporremo un incontro di mezza giornata per sintetizzare quanto condiviso nelle visite reciproche e stabilire i passi successivi per la stesura di una brochure di presentazione congiunta dell’offerta di servizi esistenti, rivolta alla popolazione dei territori di reciproca competenza». Ma al di là della brochure l’obiettivo è la costruzione del Punto nascita transfrontaliero, «che avrà sede a Sempeter - ribadisce ancora una volta Bertoli - visto che quel reparto risponde a tutti i parametri di sicurezza al contrario di quello goriziano che non ne rispetta nemmeno uno. È un percorso irrinunciabile, l’unico possibile».

Si sta lavorando anche all’aspetto anagrafico, di modo che il bambino nato a Sempeter, risulterà comunque nato a Gorizia. «Non butterei via l’ottima esperienza del parto in acqua che potrebbe continuare ad essere effettuato al San Giovanni di Dio, visto che una simile pratica non è prevista nella vicina Slovenia. Ma queste sono valutazioni successive». E Monfalcone? Anche quel reparto rischia di non rispettare il parametro dei 500 parti. «E anche in questo caso, abbiamo pensato a una soluzione. Credo che l’attività del reparto del San Polo debba essere sostenuta da un’integrazione con il Burlo Garofolo di Trieste. Soltanto in questa maniera si può pensare di andare avanti».

È proprio vero. Se Atene piange, Sparta di certo non ride.

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