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“Doppia paga”, badante nei guai a Trieste

Chiesto il giudizio per la donna che percepiva anche l’assegno di disoccupazione

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Si chiama Annamaria Stefani, ha 60 anni, fa la badante. Secondo il pm Federico Frezza, che ne ha chiesto il rinvio a giudizio, ha lavorato effettuando l’assistenza a un’anziana pur ricevendo l’assegno di disoccupazione dell’Inps. In pratica dal 15 novembre 2011 fino al 15 febbraio 2013 ha percepito una sorta di doppio stipendio. Quello erogato (in nero) dalla figlia dell’anziana che accudiva; e l’assegno dell’Inps per l’ammontare complessivo di quasi 8mila 300 euro.

È finita nei guai con l’accusa di truffa e falso dopo essere stata denunciata dalla sua datrice di lavoro Adriana S. che - esaperata per le sue assenze ritenute ingiustificate e con il grave problema quotidiano della madre inferma - ha deciso di denunciare la ex dipendente pur sapendo che avrebbe dovuto pagare i contributi e le sanzioni per il periodo in cui la ex dipendente aveva lavorato irregolarmente.

Dagli accertamenti è emerso che Annamaria Stefani aveva compilato con false indicazioni il modello poi presentato all’Inps riuardante il suo stato di attività lavorativa. Aveva appunto dichiarato di non avere un posto di lavoro: per questo le era stato corrisposto un assegno sociale per la somma complessiva di 8mila 289 euro. Contemporaneamente, come è stato accertato, si era fatta assumere da una famiglia triestina che l’aveva presa in simpatia. «Dovevamo regolarizzarla fin da subito», ha detto ieri Adriana S.. Ha spiegato che era stata la badante a chiedere di essere pagata cash senza contributi.

Ma dopo qualche mese di lavoro in nero, secondo la denuncia presentata dall’ex datore di lavoro, la badante si è assentata. «Avevamo seri problemi con mia madre e non sapevamo come risolverli», ha aggiunto Adriana S.

La signora praticamente aveva interrotto il rapporto di lavoro. Ma dopo poche settimane aveva anche ricevuto una ulteriore richiesta di denaro da parte di un ufficio sindacale al quale si era rivolta la ex badante. Così la datrice di lavoro ha preferito denunciare di avere ingaggiato la collaboratrice in nero. A questo punto sono scattati i controlli da parte dell’Inps. Hanno evidenziato che la badante godeva dell’assegno di disoccupazione e che non avrebbe potuto lavorare, salvo se non vi avesse rinunciato.

Da qui la richiesta di rinvio a giudizio per falso e truffa da parte del pm Federico Frezza. La data dell’udienza davanti al gip non è ancora stata fissata. (c.b.)

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