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I grillini “stakanovisti” tra casting, leggi e scatoloni

Gli eletti di M5S al lavoro ogni giorno nell’ufficio “in comproprietà” con la Lega Proseguono i colloqui per lo staff. Tra i candidati spuntano dirigenti regionali

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TRIESTE. I nuovi custodi sono su, al terzo piano: i grillini. Gli unici che dall’insediamento ufficiale del Consiglio regionale di lunedì scorso si sono presentati ogni santo giorno, di buon mattino. «Già, a lavorare», spiega il consigliere M5S Andrea Ussai. Lo dice come fosse la cosa più normale del mondo. Che tanto normale non è. Perché la sede di piazza Oberdan per buona parte della settimana, in genere, è pressoché vuota, se si esclude il personale in servizio. Si popola quando ci sono le commissioni o le sedute d’aula e poco più. Quindi è facile immaginare lo stupore di commessi e guardiani a vedere la pattuglia a cinque stelle, in giacca e cravatta, salire e scendere le scale come in un normale posto di lavoro. Robe dell’altro mondo.

Il fatto è che Ussai, Cristian Sergo, Elena Bianchi, Ilaria Dal Zovo ed Eleonora Frattolin hanno avuto un sacco da fare questi giorni. «Noi partiamo da zero», osserva Ussai. E oggi, con l’intervento della presidente Debora Serracchiani che annuncerà il suo programma di governo, la macchina legislativa del Consiglio comincia davvero a ingranare. E loro questa settimana sono venuti a studiarsi leggi, regolamenti e proposte da portare in aula. Come la riduzione delle indennità (dai 10 mila lordi ai 2.500 netti) e la cancellazione dei rimborsi forfettari, ad esempio. Che appunto prevedono altri soldi per l’utilizzo dell’auto e il vitto, anche quando non c’è alcuna attività politica. O anche quando il consigliere non possiede la patente.

Ma i grillini si sono rimboccati le maniche soprattutto per mettere in piedi lo staff: gli addetti di segreteria che dovranno accompagnare gli eletti per tutti i cinque anni di legislatura. Al terzo piano il “casting” è ancora in corso. I colloqui continuano, anche perché sulle scrivanie sono arrivati quasi 600 curricula. Una raccolta partita già in campagna elettorale, quando il movimento puntava a conquistare la guida della Regione. Non a caso tra le candidature c’erano pure dirigenti regionali che si proponevano come assessori. «Gente da 6 mila euro al mese», fa notare un grillino. Ora si passano al setaccio figure specializzate soprattutto in materie giuridiche che possano supportare i consiglieri nella preparazione delle norme. Entro la settimana il gruppo avrà deciso. È già certo, invece, il capo-segretaria: l’incarico è stato assegnato all’ex candidato alla presidenza della Regione Saverio Galluccio. E qui non si è perso troppo tempo con i colloqui, dicono le male lingue. M5S avrebbe seguito lo stesso sistema in voga negli altri partiti: l’assunzione di un fedelissimo. «Chissà quale dura selezione deve aver passato Galluccio», si mormora a Palazzo.

Il terzo piano, comunque, è l’unico davvero occupato. Il movimento di Beppe Grillo si è trovato a condividere provvisoriamente (come tutti i gruppi) gli uffici finora assegnati alla Lega. Il Carroccio, che con l’ultima tornata elettorale ha agguantato meno eletti, ha dovuto liberare gli spazi. Di consiglieri leghisti però nemmeno l’ombra in questi giorni. Circostanza che ha creato un certo imbarazzo tra i grillini. Che fare degli adesivi padani appiccicati sulle porte? Hanno cercato di grattarli via con le unghie ma resistono. E che fare del canestro che un leghista si era appeso al muro? Un piccolo aggeggio con tanto di Winnie the Pooh disegnato sopra. È piaciuto alla grillina Frattolin, che per questo si è scelta quell’ufficio. «Ho bambini e l’ho trovato carino», scherza.

Ieri piazza Oberdan cominciava a risvegliarsi: oggi l’aula riapre i battenti e c’era qualche formalità da chiudere. Come l’ufficializzazione dell’appartenenza ai gruppi da parte d ciascun eletto. In tarda mattinata è arrivata la comunicazione che ancora mancava: quella di Tondo che, come ventilato, starà nel Misto.

Nei corridoi, tra uffici spogli, scatoloni sul pavimento e vecchie targhette sulle porte (resistono i nomi di ex come Bucci, Blasoni e Pedicini) si potevano incrociare Baiutti, Marsilio e Gerolin del Pd, ad esempio. O Ferone, l’ex consigliere del partito dei Pensionati. Che fatica a vestire la casacca dell’ex, tanto più quella del vero pensionato.

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