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Canale, sotto ponte “curto” una discarica galleggiante

Turisti allibiti per tutti quei rifiuti. L’Authority ha affidato la gestione a una società che si occupa di barche e ormeggi. «Colpa del vento e della maleducazione»

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In un'altra città sarebbe utilizzato come richiamo turistico. A Trieste e' una sorta di immondezzaio a cielo aperto. Vi navigano in superficie borse di plastica, mozziconi di sigarette, residui di vario tipo. Se si va sul fondo poi, si può trovare di tutto. Questo e' il canale del Ponterosso, antica testimonianza delle fortune commerciali di Trieste, oggi pietra dello scandalo che origina la protesta di pubblici esercenti e commercianti le cui attività si specchiano in quelle acque. «L'area del canale - spiegano - e' meta, nella bella stagione, di turisti e scolaresche in gita, perché in pochi metri si possono ammirare la chiesa serbo-ortodossa di San Spiridione, il neoclassico di Sant'Antonio Nuovo, palazzi del Borgo Teresiano come il Gopcevich e il Carciotti. Peccato - denunciano - che, nel bel mezzo di quello che sarebbe un fantastico panorama, ci sia un canale abbandonato a se stesso».

E l'assurdo è che l'incarico di tenerlo pulito sembra non spetti a nessuno. Il Comune e' competente «solo per il ponte curto - precisano dal Municipio - perché il canale rientra nel demanio dell'Autorità portuale». Da quest'ultima si apprende che il canale del Ponterosso è in concessione a una società che si chiama «Economist».

«A noi spetta la gestione delle barche e degli ormeggi - sottolinea il titolare della 'Economist', Riccardo Zacchini - che facciamo con cura dal '96. Prova ne sia - continua – che, quando rilevammo la concessione, nel canale c'erano 180 barche, 150 delle quali abusive. Oggi ce ne sono un'ottantina, tutte registrate e in regola. In questi 17 anni - evidenzia Zacchini – abbiamo anche effettuato operazioni gratuite, come il recupero di una cinquantina di relitti. Ma nulla possiamo contro il vento. Come gran parte dei triestini sanno - continua il presidente della 'Economist' - a Trieste quando soffia la bora le immondizie del mare sono spinte al largo, ma quando ci sono scirocco o libeccio sono indirizzate verso la riva. Il canale - dice - a quel punto diventa una specie di imbuto nel quale affluisce un po' di tutto. Bisogna poi fare i conti con la maleducazione della gente».

Ugo Salvini

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