Movimento di liberazione l’Istituto festeggia 60 anni
Oggi la celebrazione nella sala del Consiglio comunale. La storia di un centro di ricerche che ormai è punto di riferimento a livello nazionale ed europeo

Compie sessant’anni l’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, nato il 20 aprile del 1953 come “Deputazione regionale per la storia del Movimento di Liberazione italiano nella Venezia Giulia”, su iniziativa di personalità quali Ercole Miani, Carlo Schiffrer, Antonio Fonda Savio, Alberto Berti, Giulio Cervani. E insieme all’Istituto festeggia i quarant’anni la rivista che ne è la voce, “Qualestoria. Rivista di storia contemporanea”, fondata nel 1973 come “Bollettino” dell’Istituto. Un doppio compleanno, che verrà celebrato oggi, alle 11.30, nella sala del Consiglio comunale con gli interventi del sindaco Roberto Cosolini, del presidente dell'Irsml Gian Carlo Bertuzzi e di Tristano Matta, direttore scientifico di “Qualestoria”. Un doppio compleanno che è qualcosa di più di una ricorrenza, visto che l’Istituto è stato ed è per Trieste - ma non solo per Trieste - un centro di studi di storia contemporanea più che mai attivo e punto di riferimento per la regione tutti i Paesi dell’Europa centrorientale.
Nato dalla volontà degli eredi spirituali del Comitato di Liberazione nazionale di Trieste di valorizzare la memoria della Resistenza, l’Istituto è federato all’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione fondato da Ferruccio Parri. Negli anni molti studiosi di livello hanno lavorato per l’Istituto regionale, che oggi ha sede in salita di Gretta a Villa Prinz: Giovanni Miccoli, che ne è stato il presidente per molti anni, Enzo Collotti, Galliano Fogar, Elio Apih, Teodoro Sala, Giampaolo Valdevit, Anna Millo, Marta Verginella e attualmente Raoul Pupo, Annamaria Vinci, Roberto Spazzali, Franco Cecotti, Tristano Matta, Marina Rossi, Patrick Karlsen solo per nominarne alcuni.
Dalle prime raccolte documentarie acquisite dai fondatori, nel tempo si è formato un grande archivio tutelato dalla Sovrintendenza regionale archivistica, così come la biblioteca, con oltre 29mila volumi, inseriti nel Sistema bibliotecario nazionale. Ricca anche la fototeca, spesso usata per mostre e illustrazione di volumi. Grazie a questi strumenti e alle sue pubblicazioni - gli ormai 83 volumi oltre alla rivista - l’Istituto ha ottenuto numerosi riconoscimenti, specie per quanto riguarda la diffusione a livello nazionale della conoscenza delle recenti vicende del confine orientale italiano. Ma le funzioni dell’Istituto non si sono mai limitate alle attività documentali e di ricerca. Alcuni studiosi dell’Irsml hanno fatto parte della Commissione storico-culturale italo-slovena, mentre nel periodo tra il 1964 e la primavera del 1976, data d’inizio del processo in Corte d’assise di Trieste per i crimini della Risiera, tutti i collaboratori dell’Istituto s’impegnarono perché si potesse finalmente celebrare il processo stesso. E con l’entrata in vigore delle leggi per la commemorazione della Giornata della Memoria prima e del Giorno del Ricordo poi, l’impegno dell’Istituto si è ampliato con la produzione di strumenti didattici in grado di narrare e contestualizzare quegli eventi. Dai rapporti con la storiografia slovena, alle leggi razziali, alla Grande guerra, alle questioni nazionali nella Venezia Giulia, ai rapporti di confine, al tema della frontiera, l’Istituto ormai copre un panorama storiografico che affronta a tutto campo la contemporaneità. Perché, come ben sapevano i suoi fondatori, non si può capire il presente e salvaguardare la democrazia se non si conosce il passato.
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