Omicidio a Longera, donna uccisa dai ladri
L’anziana triestina Bruna Cermelli, disabile, avrebbe sorpreso i malviventi intenti a prelevare una piccola cassaforte in una stanza. È stata colpita alla testa ed è morta. Indagano i carabinieri

Sembrava una morte accidentale di un’anziana disabile caduta in camera da letto. Poi, col passare delle ore, sono emersi indizi che hanno reso sempre più concreta l’ipotesi di un omicidio. La vittima è Bruna Cermelli, 76 anni. Il suo corpo senza vita è stato rinvenuto ai piedi del letto nella villetta di Strada per Longera 193. Una casa isolata a circa 50 metri dalla via principale, a metà di una stradina. A dare l’allarme l’altra sera, attorno alle 19, è stato il cugino che - avvisato dal figlio che abita a Sirmione e che aveva chiamato la madre al telefono senza ricevere risposta - è entrato nella casa. E lì, in camera da letto, ha trovato riversa la donna sul pavimento. Dopo poco sono arrivati i sanitari del 118 e poi i carabinieri. Nella stanza e in casa tutto era in ordine, non c’erano i segni tipici dei raid dei ladri. Né cassetti svuotati né mobili rovesciati. Sul pavimento nessuna macchia di sangue che in qualche modo potesse far pensare a una difesa. Solo il corpo a terra di Bruna Cermelli. Ma al momento del sopralluogo, nella fretta, nessuno si era accorto che la piccola cassaforte che era in camera da letto presentava segni di un recentissimo tentativo di forzatura. Un indizio che ha preso corpo nelle ore successive quando gli investigatori hanno constatato che la porta a vetri della villetta era aperta. Poco dopo i carabinieri hanno scoperto che la rete di filo di ferro che delimita la proprietà era abbassata e piegata verso il basso in un punto, segno che qualcuno l’aveva scavalcata. Ma ad avere i primi dubbi su quella che era sembrata una morte accidentale sarebbe stato il medico legale Fulvio Costantinides all’ispezione del cadavere. Quando, prima di esaminare il corpo della donna, ha girato per la casa, una villetta su due piani. Poi sono emersi altri elementi definiti «convergenti» dai riscontri dei carabinieri incaricati dal pm Massimo De Bortoli. Elementi ritenuti sempre più concreti, sui quali però gli investigatori non scoprono le carte. La ricostruzione complessiva di quanto accaduto porta a ipotizzare dunque un tentativo di furto finito in un omicidio. La donna disabile, che camminava con l’ausilio di un deambulatore per le conseguenze di un incidente stradale avvenuto qualche anno fa, avrebbe sorpreso il ladro o i ladri in camera da letto, mentre stavano armeggiando sulla porta della cassaforte. Forse li conosceva. Così è bastata una spinta, neanche troppo forte, per sbarazzarsene e farla cadere. Ma nella fretta i banditi hanno abbandonato il tentativo di forzare la cassaforte: sono fuggiti in velocità forse dal retro della casa, scavalcando un muretto che segna, oltre un pastino, il confine con un’altra proprietà. Un punto dove ieri mattina i carabinieri hanno cercato a lungo le tracce lasciate dalle scarpe sul terreno bagnato dalla pioggia. Per capirci qualcosa di più in questo giallo bisognerà conoscere gli esiti dell’autospia disposta con urgenza dal pm Massimo De Bortoli. Dall’esame del cadavere effettuato nell’immediatezza dal medico legale non sarebbero però stati trovati segni di violenza. Forse, questa è l’ipotesi, Bruna Cermelli potrebbe essere morta per le conseguenze di un trauma cranico molto forte causato dalla spinta dei ladri. Ieri mattina il pm ha effettuato, assieme a un ufficiale dei carabinieri, un sopralluogo nella casa. Gli investigatori, sempre su incarico di De Bortoli, hanno interrogato nella caserma in via dell’Istria parenti e anche amici e conoscenti della donna che proprio per le sue condizioni non usciva mai di casa. Descritta come molto prudente e anche diffidente, tanto da non lasciare mai aperte né la porta né il cancello. Hanno trovato altri elementi, altri indizi. Che alla fine hanno confermato la teoria dell’omicidio. Le indagini sono a 360 gradi, hanno spiegato in Procura. Ma è chiaro che i ladri sapevano che in quella casa c’era una cassaforte. Che si trovava nella stanza da letto. E solo chi era già entrato nella villetta di Bruna Cermelli poteva sapere che c’era una cassaforte. Insomma, al momento si pensa che abbiano agito a colpo sicuro. La disabile che non poteva certo reagire, se li è trovati all’improvviso davanti. Forse ha anche urlato spaventata mentre li ha visti armeggiare vicino alla cassaforte. Nei prossimi giorni il forziere sarà aperto dagli investigatori. Ma dovranno usare particolari precauzioni per non contaminare le impronte. E bisognerà capire cosa i ladri stavano cercando e soprattutto quali valori vi erano custoditi. La soluzione del “giallo” sta forse nella cassaforte.
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