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Russo: «Nessun attacco personale Il Pd aveva bisogno di una scossa»

Il neo senatore: «Errori durante la campagna elettorale? Il più grave è che solo in parte il partito ha aperto all’esterno». Domani il Comitato provinciale approverà un documento da inviare a Roma

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«Il Pd qualche errore a Trieste lo ha fatto certamente durante la campagna elettorale. Il più grave è che solo in parte il partito ha aperto all’esterno, ai gruppi e alle associazioni. Non sempre siamo riusciti a superare le appartenze a storie passate. Ci siamo dimostrati timidi nel cambiamento, che pure c’è stato».

Francesco Russo, docente universitario di 43 anni, segretario provinciale del Pd, una lunga militanza politica, non si sente chiamato in causa dalle polemiche scoppiate nei giorni scorsi all’interno del Comitato provinciale e da qualche esponente democrat. «Non si tratta di attacchi personali, almeno così io li vedo - afferma Russo -. Le dimissioni dei cinque consiglieri (Faraguna, Fenzi, Ressani, Barbo e Mozzi, ndr) hanno un significato simbolico, dare cioè un segnale forte di cambiamento, una scossa. E questo è un momento di grande vitalità».

Ma è stata veramente un’alba di una giornata da ricordare quella di lunedì scorso quando le previsioni più pessimistiche non avevano ancora calcolato lo tsunami provocato dal voto? «Qualcosa è cambiato nal rapporto tra politica e cittadini e questo è positvo. Un giorno da ricordare? Per Trieste direi di sì, a livello nazionale un po’meno».

«Oggi comunque - aggiunge il neo senatore - la nostra priorità è reagire a un risultato nazionale che ci penalizza e puntare tutto su Debora Serracchiani. Il voto in Friuli Venezia Giulia è fondamentale non solo per la nostra regione. Non dobbiamo scoraggiarci. Tutto il partito, anche qui a Trieste, si è messo in moto a fianco della Serracchiani. Poi ognuno lo fa con il proprio stile. L’importante è essere uniti nel bersaglio da colpire. E questo è il centrodestra».

Ma Francesco Russo non vede così negativo il voto complessivo di Trieste: «Bene per noi, poi c’è stato l’exploit di Cinque Stelle; ma guardiamo i numeri della destra: da trent’anni non erano così bassi. Purtroppo è a livello nazionale che la batosta è stata dura. Non dico che con Renzi il Partito Democratico avrebbe avuto chissà quanti più consensi, ma forse un risultato migliore. Dobbiamo puntare a un rinnovamento vero. Bersani ha il torto di non avere adeguatamente pubblicizzato il fatto che il 60% dei candidati erano nuovi con il 40% di donne. Nonostante la presenza della Bindi e della Finocchiaro...» Per Russo comunque è meglio stare all’erta: «Tanto a fine anno si rivota».

E domani riunione della direzione provinciale. «Stiamo preparando un documento, che sarà unitario, con alcune proposte che invieremo alla Direzione nazionale. Riguardano la diminuzione degli stipendi ai parlamentari, la legge sul conflitto di interessi, il Senato come camera delle regioni, un governo fatto da quarantenni. E soprattutto non con il Pdl di Berlusconi». Il nostro, conclude il neo senatore «è un messaggio di speranza».

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