Confindustria a Monfalcone Pedicchio: piano opportuno
Entro l’anno la fusione con Gorizia e lo spostamento della sede operativa Ma il trasloco da attuare suscita scontento fra un gruppo di associati

Si è ufficialmente innescato per arrivare a termine entro il 2013 l’iter che porterà alla fusione di Confindustria Trieste e Confindustria Gorizia. Processo ineludibile in epoca di tagli dato che si tratta dell’ultima e della quartultima provincia d’Italia per estensione territoriale e con presenza di industrie non particolarmente diffusa. Fatto sta che la sede della nuova Confindustria giuliano-isontina sarà Monfalcone, mentre Palazzo Ralli, storica casa degli industriali triestini Casali a Scorcola verrà declassato a ufficio di rappresentanza. Particolare che ha suscitato più di qualche mugugno all’interno delle stesse rappresentanze degli imprenditori locali. «In realtà è la città di Gorizia che ci rimette perché la bella palazzina che ospita l’associazione di categoria isontina sarà abbandonata, mentre Trieste manterrà la propria sede di rappresentanza - afferma Federico Pacorini che assieme al goriziano Gianfranco Di Bert fa parte della coppia di delegati a presiedere al processo di fusione - come sempre in ogni processo di accorpamento ognuno deve rinunciare a qualcosa.» «Una parte della nostra ventina di dipendenti si trasferirà a Monfalcone - spiega Paolo Battilana, direttore di Confindustria Trieste - nel palazzo di Scorcola gli spazi verranno riperimetrati.» Affluirà a Monfalcone anche la decina di dipendenti di Confindustria Gorizia. Gli associati alla nuova realtà diverranno seicento (quelli di Trieste sono all’incirca 330) il che darà più forza e compattezza alla rappresentanza imprenditoriale nei rapporti con la politica e le istituzioni. «Successivamente ci sarà bisogno di un secondo e ineludibile passaggio - si sbilancia Pacorini - che dovrà portare a una Confindustria unica del Friuli Venezia Giulia.»
La fusione è stata votata all’unanimità già l’anno scorso dai direttivi sia di Trieste che di Gorizia, ma dovrà essere alla fine validata dalle rispettive assemblee. «Si sta appena prefigurando il nuovo modello di associazione perché oggi vi sono bilanci, patrimoni, statuti separati - afferma il vicepresidente Vittorio Pedicchio - l’obiettivo è segnato e opportuno, il processo è stato innescato ed è irreversibile.» Poi risponde con un «no comment» alle voci sull’esistenza di una frangia di contrari che limitano però la loro contrarietà all’ubicazione a Monfalcone della nuova sede operativa alla quale dovranno far capo anche gli imprenditori triestini. Un gruppetto di minoranza, come appare anche nelle dichiarazioni nel riquadro di Erich Cossutta, vede in ciò un depauperamento del ruolo di Trieste.
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