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«Inquinamento, il 20% delle Pm10 è causato dalle navi in porto»

L’Arpa: dai grandi scafi in rada o comunque coi motori accesi anche il 30% del biossido di azoto Presentato il nuovo piano di azione comunale, centro chiuso in via preventiva ma solo nei pomeriggi

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Nessuno sarebbe tranquillo per aver chiuso la finestra dopo che aria velenosa è entrata in casa. Preferirebbe farlo prima. Ma finora il traffico in città veniva sospeso appunto dopo che picchi di polveri sottili avevano invaso i polmoni della gente, e per almeno 3 giorni. Una logica di legge, cui i sindaci erano obbligati, e che adesso invece cambia radicalmente. Primo comandamento: prevenire. Grazie al nuovo Piano di azione comunale (Pac), redatto sulla scorta di quello regionale, ma in virtù soprattutto della tecnologia di cui è dotata l’Arpa: un sistema informatico di ultima generazione in grado di “miscelare” con un modello fotochimico previsioni meteo e dati sulla qualità dell’aria che tengono conto anche delle emissioni provenienti dalla Slovenia. In modo da sapere con anticipo se Trieste nei giorni a venire sarà incappucciata di smog per almeno 3 giorni, o di più. E chiudere così il centro alle macchine “non eco” per evitare che si verifichi il picco dei veleni. Una chiusura solo pomeridiana, però.

L’analisi dei dati fin qui raccolti solo dalle centraline (che rimangono utili sentinelle, ma di fatto superate per le fasi decisionali) ha dimostrato che Trieste è “sporca” nel pomeriggio. Forse perché la mattina si circola molto. Ma in questo modo la chiusura preventiva consentirà a tutti di andare a scuola e al lavoro, e di entrare in città dall’esterno, senza l’incubo del “perimetro” recintato.

Il nuovo Pac è stato presentato ieri dall’assessore all’Ambiente, Umberto Laureni, dal direttore tecnico dell’Arpa, Fulvio Daris, dal responsabile Arpa del Centro regionale di modellistica ambientale, Fulvio Stel. Il quale ha definito «un incubo» fare previsioni su Trieste. Perché è un ambiente mutevolissimo per orografia e metereologia, e infiltrato da almeno quattro fonti di inquinamento, però mitigate a volte e a sorpresa da brezze e da bora, le “pulitrici”.

Dai responsabili dell’Arpa è arrivata ieri una nuova certezza. Tra gli inquinanti soliti, come traffico, riscaldamento e notoriamente industria, Trieste ha anche il porto. Quanto inquina il porto? «Molto, le navi ormeggiate o ferme in rada, che devono tenere motori accesi, procurano alla città il 20% del totale di polveri sottili, e il 30% di biossido di azoto, frutto della combustione».

Da ora in poi le misurazioni continue dell’Arpa, con questo software in uso anche al ministero dell’Ambiente, avvertiranno il Comune e i suoi organi tecnici se nei giorni successivi è previsto inquinamento oltre i limiti di legge. Se questo è annunciabile per uno o due giorni, l’ordinanza del sindaco sarà solo intessuta di “raccomandazioni”: non usate la macchina, riscaldate meno le case, non fate jogging, non portate fuori i bimbi. Se la “preview” sarà di 3 giorni sotto smog, oppure di 3 giorni, con interruzione di uno solo, e poi ripresa, scatterà il provvedimento numero due: centro città chiuso al traffico nel pomeriggio dalle 15 alle 20. Per 3 giorni, oppure 5, o quanto occorre. Fino a nuovo, seguendo l’Arpa. Per alti livelli di ozono, che si verificano solo d’estate, e di cui è responsabile l’azione chimica provocata dal sole, sarà sufficiente la raccomandazione a non uscir troppo di casa.

«È un cambiamento radicale, perché la salute si preserva con la prevenzione» ha detto Laureni. Per Daris, «un sistema molto innovativo, quello delle centraline sistemate in poche zone è ormai superato, noi avremo il polso di tutte le aree, in una città complessa, con mare, Carso alle spalle, brezze e venti, inversioni termiche».

Anche in questo campo dunque una città speciale, faticosa: «Un piccolo universo dentro l’universo più grande» l’ha definita Stel, spiegando come questo software “indovino” sia stato sviluppato negli Usa già 15 anni fa, e sia oggi «il più diffuso al mondo». È in sostanza un centro di calcolo. Si buttano dentro il meteo, calcoli di simulazione chimica specifici, la quantità di emissioni nota, ed esce il verdetto.

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