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Bilancio, l’ateneo pareggia ma perde ancora docenti

Il documento di previsione 2013 chiude a 180 milioni con il 4,5% in meno dallo Stato, il 50% in meno dalla Regione: «Non aumentiamo le tasse»

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Il 4,5% in meno di finanziamento dallo Stato («un taglio potente, uno dei più ingenti degli ultimi anni»). Il dimezzamento del finanziamento regionale (da due milioni a uno). La previsione di «decine di pensionamenti» nel 2013, per il 90% tra i docenti, sempre più decimati. Ma l’Università è riuscita a scrivere un bilancio di previsione 2013 comunque in pareggio.

Il documento è passato l’altro giorno in Senato accademico, ottenendo, sottolinea il rettore Francesco Peroni, «parere favorevole unanime». Il 31 gennaio però passa l’esame del Consiglio di amministrazione, cui spetta l’atto deliberativo finale.

«E tutto ciò senza mettere in preventivo aumento di tasse per gli studenti - precisa il rettore -, l’analisi di questo capitolo sarà comunque delegata a una commissione che si è appena insediata e che verso maggio darà il suo responso. L’intenzione politica è comunque di mantenere i livelli attuali». Peroni (come detto qui a fianco) si appresta alla sua ultima inaugurazione di anno accademico, che sarà anche un bilancio di sette anni alla guida dell’ateneo. A ottobre, dopo due mandati elettivi di tre anni ciascuno, e una proroga voluta dal ministero di uno, per attuare la riforma, Peroni lascerà il vertice di piazzale Europa, non essendo più candidabile per un nuovo mandato. L’ultimo anno però, viste le cifre, non meno difficile dei primi.

Il bilancio 2013 pareggia a 180 milioni di euro, di cui 165 di costi attivi e 15 di ammortamenti. Dal Fondo di finanziamento ordinario ministeriale (Ffo) arriveranno 92 milioni. Il resto dell’introito è costituito da tasse, contributo regionale, e da circa 20 milioni «che i vari dipartimenti - specifica il prorettore Sergio Paoletti, documento alla mano - si guadagnano coi bandi europei».

Ma arrivare a scrivere un pareggio con questi tagli progressivi che non conoscono sosta (la Regione ci ha aggiunto un calo del 50%) è stata una impresa: «Le minori uscite sono quasi tutte a carico dell’esodo di personale, ci saranno nel 2013 decine e decine di pensionamentì, sulla base di queste previsioni lo Stato - prosegue Paoletti - ci girerà 3 milioni di euro in meno». E sarà sempre il corpo accademico a dimagrire ancora. Anche se, per i migliorati parametri di bilancio e di efficienza, il ministero ha appena concesso a Trieste la possibilità di assumere 21 professori associati. «Non quanto meriteremmo» sottolinea il prorettore, spiegando come «sono state eliminate molte manutenzioni edili che sarebbero urgenti: abbiamo spostato risorse solo sulla sicurezza e sulla relativa formazione».

Tra “patto di stabilità” e “spending review”, e norme indotte dalla riforma Gelmini, che cosa si salva? «Non sono stati intaccati né i fondi della didattica, né quelli per la ricerca, né i fondi per le riviste scientifiche. Abbiamo salvaguardato il “core business” dell’ateneo, e tagliato su tutto il resto».

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