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Sorpresa, la passerella di Ponterosso è corta

Tecnici del Comune di Trieste al lavoro sul canale e slittano i tempi. Il direttore del cantiere: «Non tutte le cose riescono perfettamente. Le due banchine sono asimmetriche...»

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Quello che ormai veniva etichettato come il mistero del ponte sul canale, inizia ad essere svelato. I lati oscuri che circondano la passerella pedonale di Ponterosso, il cui cantiere è fermo da inizio dicembre, cominciano a delinearsi. Che qualcosa non tornasse nei calcoli e nelle misure dell’opera, era nell’aria già da un po’ di tempo. Voci, illazioni, sospetti. La conferma è arrivata ieri, quando una decina tra tecnici, progettisti, direttori dei lavori e architetti del Comune di Trieste hanno percorso in lungo e in largo la passerella, armati di metri snodabili, schizzi del progetto e piantine, per prendere tutte le misurazioni del caso.

In modo particolare, la squadra di addetti ai lavori si è soffermata a visionare le due estremità del ponte e le rispettive distanze dalla banchina. In effetti, anche a vista d’occhio, si può notare come non vi sia una esatta corrispondenza in termini di misure tra i due lati del ponte, e questo sia sulla sponda in asse con via Trento, sia dalla parte opposta con via Cassa di Risparmio. Una impressione che è stata confermata dai numeri. Dunque qualcosa è andato storto in fase di progettazione o in quella di realizzazione? «Non c’è stato nessun errore di calcolo - si affretta a precisare Luigi Rebonato, direttore dei lavori -. Semplicemente ci troviamo di fronte ad una obliquità naturale delle due banchine del Canale, nel senso che non sono perfettamente parallele. Questo comporta uno sfasamento nelle distanze della passerella da entrambe le sponde, che ci costringe a rivedere la posa in opera dei masegni, che dovranno essere tagliati in modo differente per poter collimare esattamente».

La domanda però sorge spontanea: ma se si trattava di asimmetria naturale delle banchine, non si poteva tenerne conto già in fase di progettazione? «In effetti così è stato fatto, ma lei sa che non sempre le cose riescono in modo perfetto - dichiara ancora Rebonato -. Anche quando si sistemano le finestre di casa, non tutto torna al millimetro...». Detto in soldoni dunque, per ovviare a questa discrasia, si allungheranno ulteriormente i tempi per vedere finalmente completata la passerella pedonale, che in origine doveva essere pronta lo scorso novembre, per un costo complessivo di 750mila euro. Adesso la vernice ufficiale dovrebbe slittare ai primi di febbraio, dopo che tra una quindicina di giorni partiranno le prove di carico statiche. «Nella sistemazione dei masegni dovremo tener conto anche del margine di tolleranza, cioè la distanza tra la fine del ponte e l’inizio della banchina - precisa Edoardo Pittalis Fumai, direttore operativo del cantiere -. Servirà adattare e modellare con precisione i due collegamenti con le sponde, considerando quelle che sono le difficoltà intrinseche nel tagliare la pietra». La speranza dunque è che la storia infinita del ponte arrivi ad un punto fermo. Tutto sommato, il cartello esposto da qualche buontempone all’esterno di uno dei due cantieri con la scritta “ponte corto”, non è poi così lontana dalla verità. Anche perché la miglior fotografia di tutta questa grottesca vicenda, l’ha scattata uno dei tanti triestini che, transitando da quelle parti, ha esclamato: «Se vanno avanti di questo passo, finiranno prima il ponte di Messina».

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