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Ponterosso, l'apertura della nuova passerella slitta a gennaio

Imprevisti "ma non gravi". E spunta una falsa delibera sull'accesso a pedaggio

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Dal ponte delle feste al ponte dopo le feste. Il risultato sarà lo stesso, senza però - a meno di un’improbabile accelerazione delle opere di finitura nelle prossime ore - lo spirito del Natale a far da padrino. Dieci giorni fa - nel momento della coreografica posa della nuova passerella ciclo-pedonale sul canale di Ponterosso - l’amministrazione Cosolini cullava, dichiarandola anche pubblicamente, la voglia di farci passare e di vederci passare sopra la gente in giro per il centro per le strenne dell’Avvento.

«Attorno al 20 dicembre, ci contiamo», aveva detto Andrea Dapretto, l’assessore ai Lavori pubblici che ieri ha corretto il tiro. Rimandando così il taglio del nastro - causa «alcune difficoltà in ogni caso non gravi nelle operazioni conclusive di aggancio e di sistemazione delle pietre in prossimità degli attacchi a terra» - di qualche giorno. Che poi, per contingenza di calendario, diventa di un anno. Dal 2012 al 2013. «La nostra speranza era di riuscirci entro Natale - la conferma di Dapretto - ma credo a questo punto che si andrà, ragionevolmente, a metà gennaio, dopo le festività, considerando che vanno ancora fatti i due tipi di collaudo, statico e vibrazionale». «Sia chiaro - la puntualizzazione dell’assessore - che il ponte, dal punto di vista strutturale, non ha nessun problema, siamo solo davanti a un affinamento un po’ più lungo. Niente di speciale».

Speciale eccome, invece, è stato il disorientamento provato proprio in questi giorni, proprio mentre il Comune si apprestava ad annunciare il posticipo dell’inaugurazione a feste finite, di chi si trovava a passare davanti al cantiere - spesso vuoto - per metterci il naso e si imbatteva, vittima della sua curiosità, in una delibera della giunta Cosolini appiccicata in molteplice copia sulla recinzione che delimita lo stesso cantiere. Ebbene, tale delibera, scritta grosso modo come un innocuo provvedimento con i crismi dell’ufficialità, dopo una serie di enunciazioni che sarebbero potute passare inosservate e che per questo sembravano pure credibili (dall’indicazione del nome, “Ponte dell’amicizia tra i popoli”, alla fissazione del taglio del nastro per il 10 febbraio, peraltro nel Giorno del ricordo delle foibe e dell’esodo) custodiva giusto in fondo pagina alcune righe che facevano strabuzzare gli occhi. Già perché annunciava come la giunta avesse dato «mandato all’istituto di Urbanistica, Facoltà di Ingegneria del’Università di Trieste, nella persona del professor Oreste Sotti, di predisporre uno studio per l’analisi di fattibilità tecnico-economica per l’istituzione di un pedaggio simbolico per l’attraversamento. A tal fine si predispone una copertura di spesa di 3.500 euro da stornare dal capitolo 32.03.12 (interventi sociali)». Ma come? Un’altra consulenza? E coi soldi del welfare? E per di più per vedere se è possibile far pagare alla gente il transito su un ponticello costato 750mila euro pubblici?

Roba da schiumare rabbia, che non ha ovviamente marcato visita neppure sul web. L’istituto di Urbanistica è in realtà un dipartimento. E il professor Oreste Sotti non esiste. Sotti è il prolungamento di Sot, sigla che sta per “Sorta di organizzazione triestina”, sedicente nucleo segreto armato sì, ma solo di sottile spirito goliardico tipicamente triestino, e pure rivoluzionario, ma solo contro la depressione cosmica da crisi globale. Financo il numero di protocollo della delibera (che a sua volta non esiste) reca un codice che è tutto un programma: «N-2012/11/3-SOT». Sot, appunto. «Il tempo della lotta al grigiore è giunto. Viva il divertimento, viva gli scherzi, viva il morbin, l’antico saper vivere triestino», scriveva un paio di mesi fa, nel volantino di rivendicazione della finta locandina del Piccolo sul Nobel vinto da Magris, la Sot. Che l’altra sera, sul proprio profilo facebook, ha di fatto rivendicato anche l’ultimo “attentato” ai bordi di Ponterosso.

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