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Bimbo picchiato, otto anni al padre

Contro Marco Moratti accuse derubricate da tentato omicidio a lesioni gravissime dolose. Assolta la madre Cristin Nardon

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Come previsto cadono le accuse di maltrattamento e l’ipotesi di tentato omicidio, ma il collegio giudicante condanna lo stesso Marco Moratti a 8 anni di carcere per lesioni personali gravissime dolose nei confronti del figlio Alex. Assolta invece Cristin Nardon: per la mamma del piccolo è stato deciso il non luogo a procedere. La sentenza è arrivata ieri pomeriggio. A leggerla dopo quasi un’ora di camera di consiglio è stato il presidente del Tribunale di Gorizia Matteo Trotta (con lui i giudici Nicola Russo e Luca Marani). Il pm Valentina Bossi (ieri sostituita in aula dal collega Michele Martorelli) aveva chiesto per entrambi 12 anni di reclusione.

La tragica vicenda risale al 17 febbraio 2009. Quella mattina Cristin Nardon si presentò al San Giovanni di Dio con il figlioletto di 45 giorni che non dava segni di vita a causa delle gravissime lesioni cerebrali riportate. Il quadro apparve subito poco chiaro e scattarono le indagini. Il padre venne accusato di tentato omicidio, mentre la madre venne indagata per omessa sorveglianza.

Oltre alle spese processuali, Marco Moratti dovrà pagare anche 80mila euro per risarcire il danno causato al neonato. Il giudice lo ha inoltre condannato a una provvisionale di un milone di euro a favore del bambino e ha sospeso la sua potestà genitoriale per un periodo di 16 anni.

L’avvocato Alberto Tofful, difensore di Moratti, nell’annunciare l’impugnazione del provvedimento commeta: «Anche se è una sentenza che non condividiamo, siamo comunque soddisfatti perché cade l’ipotesi più grave e non è stata riconosciuta l’aggravante della colpa».

«Il collegio - sottolinea invece l’avvocato Stefano Benetti, legale di Cristin Nardon, parlando di “sentenza epocale” - ha accolto la tesi difensiva secondo cui la madre non ha mai accettato e voluto il male del figlio. Adesso il suo percorso futuro è accanto ad Alex. Ne esce pulita come donna e come madre, anche se rimane il rammarico per i danni irreversibili subiti dal bambino».

Sul fronte del risarcimento del danno, invece, interviene l’avvocato di parte civile Federico Cechet: «Siamo soddisfatti degli esiti temporanei della sentenza, ma bisogna riconoscere che l’unico bene di Moratti è la casa, già pignorata, di via del Seminario dove viveva la famiglia. È probabile che Alex nulla vedrà di quanto gli spetta. Sulla casa c’era già il sequesto conservativo, ma è in mano alle banche». L’appello dunque è all’istituto di credito affinché devolva l’eventuale provente della vendita dell’appartamento a favaore del bambino.

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