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Festa del 4 Novembre Sacrario pronto a metà

Potature, sfalci e pulizia realizzati all’ultima ora in vista della cerimonia di domani. Il sindaco: «Non basta». Le vecchie casermette nel degrado

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REDIPUGLIA. Lo sventolio dei tricolori sui lampioni della statale 305, per l’occasione riconvertiti in pennoni, tradisce prima di qualunque altro indizio l’imminenza della festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate, momento di alto significato civile per la nostra nazione. La rivela prima ancora delle seggiole rosse posizionate già venerdì mattina sul piazzale del sacrario di Redipuglia o della celere potatura di siepi e giardini, con puntualità svolta per accogliere dignitosamente le personalità che domani animeranno la cerimonia, tra tutte il presidente della Camera Gianfranco Fini. Nelle ultime ore è tutt’un andirivieni di operai in tuta da lavoro che si affrettano, come possono, a sistemare il monumento, sempre più ammaccato dagli schiaffi del tempo. E pazienza se certi interventi andrebbero ridistribuiti nel corso dell’anno, per assicurare una regolare manutenzione e soprattutto una longeva vita al monumento-simbolo del territorio. Che, diciamolo pure, presenta tutte le ferite impartite da sbalzi termici, ghiaccio, pioggia e bora: basta dare un’occhiata a come si presenta la pavimentazione dei gradoni, consunta in moltissimi punti e con evidenti screpolature nella pietra, dove hanno preso piede gramigna e muschio. Almeno, questo sì, le fessure delle lastre che due anni fa impietosamente esposero alla vista i poveri resti dei soldati periti nella Grande guerra sono state saldate. I turisti, alla spicciolata, si arrampicano gradone per gradone, fino in cima al Sacrario: in molti hanno approfittato del ponte per venire ad assistere alla cerimonia e visitare i luoghi. Tra questi c’è chi, come una comitiva delle Marche giunta in macchina, non manca di rilevare l’inopportunità della chiusura del Museo dei cimeli, di fianco al bar, dalle 12 alle 14: magari, proprio nelle giornate di festa, si sarebbe potuto fare uno sforzo in più per assicurare la massima accoglienza. Quanto invece al Museo delle medaglie d’oro al valor civile, nella parte alta del monumento, un cartello lo dice chiaro e tondo: “Chiuso per lavori”. Un’altra occasione mancata per offrire una bella immagine al turista, che vale la pena ricordarlo con cifre alla mano, non disdegna di visitare questo posto, anzi: sono oltre 200mila le presenze annuali. Dato che fa del monumento ai caduti della Prima guerra il sito più visitato della nostra regione. Il Sacrario militare di Redipuglia è infatti il più grande in Italia e uno dei più imponenti nel mondo: custodisce le salme di oltre 100mila caduti. Dunque se l’ininterrotto flusso di turisti, dediti al culto della memoria rappresenta un’iniezione di ottimismo, dall’altro ci sono anche elementi di preoccupazione: «Quest’anno – spiega uno dei titolari del bar del Sacrario – si avverte un netto calo del turismo, anche in termini di prenotazioni per i pranzi di domenica: finora appena una settantina, quando cinque o sei anni fa ne avevamo già cumulate il doppio. Anche i souvenir non si vendono più, al massimo una cartolina. Purtroppo c’è crisi». E la difficoltà si esprime anche nell’impossibilità di recuperare ancora alcune strutture che invece potrebbero essere maggiormente valorizzate, come le case che un tempo ospitavano i soldati: restano sempre chiuse, in preda al degrado, con l’erba alta, le piante dai rami spezzati, nella generale incuria. Avvilito il sindaco di Fogliano Redipuglia, Antonio Calligaris, che a più riprese, in passato, aveva ribadito la necessità di creare una fondazione con Regione, Provincia e Comune, per accollarsi gli interventi di ripristino e il potenziamento dei servizi, introducendo un modesto ticket con cui sopperire alle spese non per visitare il Sacrario, bensì le strutture museali: «Sono avvilito: alcuni interventi di sistemazione sono stati effettuati, come la manutenzione del verde e via discorrendo, ma il grosso è ancora da fare. Anche se il governo e certa politica non lo merita – conclude – invito tutti i cittadini a venire alla cerimonia quest’anno, perché è la festa delle Forze armate e tra queste figurano pure i due marinai italiani abbandonati in India: io ci andrò solo per questo motivo».

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