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Muggia, pallone recuperato Il sequestro fra le proteste

Prima i pompieri senza l’autoscala, poi il Comune col camion che non parte Alla fine un giardiniere ce la fa. Ma una mamma si arrabbia: «È mio»

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MUGGIA. Il caso del pallone del Duomo di Muggia è stato risolto. Il “supertele” rossonero che da quasi due settimane era rimasto incastrato nel prezioso rosone dell'edificio di culto simbolo della cittadina, il giorno dopo l'articolo pubblicato sul Piccolo, è stato rimosso. Ma non senza polemiche: una volta a terra, il pallone è stato reclamato dalla proprietaria. Esito? Negativo: la sfera è stata sequestrata. Con vive rimostranze da parte della signora. «Ma allora è quello il famoso pallone?», sono state le prime parole dei ciclisti pordenonesi pronunciate in piazza Marconi in visita ieri mattina nella cittadina istroveneta. Una frase che in effetti era sulle labbra di mezza Muggia. In molti già scrutavano da giorni l'insolito oggetto collocato a pochi centimetri dalla statua della Madonna con in braccio Gesù bambino. Dopo le parole di monsignor Silvano Latin e la presa di posizione di varie forze politiche la situazione è diventata sempre più scottante.

I primi a cercare di sfilare il corpo del reato sono stati i Vigili del fuoco con una jeep e un camioncino. Oramai, ai più, la situazione era chiara: i pompieri, come peraltro aveva richiesto Latin, avrebbero finalmente ridato il vecchio lustro al rosone del Duomo. Dopo pochi minuti però si capisce che qualcosa non va. Essendo privi dell'autoscala, che doveva arrivare da Trieste, i Vigili del fuoco rinunciano all'operazione: è il primo colpo di scena di una lunga giornata... A porre rimedio al caso del pallone ci pensa allora il Comune che preannuncia di avere un automezzo con una piattaforma adatta a salire sino al rosone. Bene. L'automezzo, sito nel magazzino comunale, è però fermo da circa sei mesi. E difatti... non prende in moto. Qualcuno prova anche a trainarlo, ma nulla da fare: l'acqua è entrata nei cilindri, il motore è fuso. Insomma: si è appena consumato il secondo inatteso colpo di scena.

La storia si fa sempre più complessa: sembra proprio che questo pallone non s'ha da togliere. La svolta arriva però nel pomeriggio. Una ditta di giardinaggio capeggiata dal muggesano Giorgio Millo, vista la situazione, si offre per recuperare il terribile supertele. Assieme ad un'altra persona prolungano la scala e finalmente, dopo tanti tentativi andati a vuoto, sfilano magistralmente il pallone di plastica scendendo vittoriosi con il trofeo stretto tra le braccia. Tutto bene quel che finisce bene...

Non proprio. Perché il terzo colpo di scena è in agguato. Dalla piazza arriva infatti una giovane signora a reclamare a il pallone: «Questo è di mio figlio, ridatemelo». La sfera, del valore commerciale pari a pochi euro, ma evidentemente dal forte valore affettivo, però finirà tra altre mani. Nonostante diversi insistenti reclami da parte la donna la palla è stata consegnata alla Polizia locale di Muggia. «Tenendo conto dei diversi giorni di permanenza sul rosone, posso confermare che le condizioni del pallone erano ottime», spiega un cittadino divertito dall'episodio. Ora bisogna capire se Millo esibirà una fattura al Comune per il servizio erogato. Evidenziando il fatto però che quella del muggesano è la ditta esterna a cui si riferisce l'amministrazione comunale per la cura e la tutela del verde pubblico, è probabile che il servizio extra sarà offerto gratuitamente. Un servizio in cui tutti, chi per un motivo, che per un altro, hanno fallito. Tutti tranne Giorgio Millo.

Il caso del “supertele” pare dunque essere giunto al suo capolinea. Ma c'è ancora un importante tassello da colmare: quale sarà la sorte del pallone? C'è già chi dice che potrebbe essere regalato a qualche personalità di spicco appassionato di calcio. Più probabile, che dopo tutta questa vicenda, il pallone rossonero torni al bambino che incautamente ha contribuito a tutto questo simpatico trambusto.

Riccardo Tosques

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