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Cantieri di Monfalcone, la storia in 84 immagini

Le fotografie donate dalla famiglia Cozzi al Consorzio culturale del Monfalconese che le ha restaurate

2 minuti di lettura

di Laura Blasich

Il Museo della cantieristica, voluto dal Comune di Monfalcone, sta per dare un contenitore e una forma al sapere produttivo e artistico legati e cresciuti attorno allo stabilimento di Panzano. Il rione è però già un museo diffuso, per ciò che contiene dal punto di vista urbanistico e architettonico, ma non solo. Panzano, grazie ai suoi abitanti, continua anche a restituire documenti preziosissimi per ricostruire il passato e storie individuali in grado di aiutare a comporne una più grande. Come le fotografie donate dalla famiglia Cozzi al Consorzio culturale del Monfalconese che le ha restaurate, grazie anche a un contributo della Regione, e da ne ha esposto una selezione nel Centro visite del MuCa in via Pisani. Dalle stampe originali delle foto scattate dal fotografo del cantiere Giovanni Cividini o dallo studio Circovich di Trieste emergono aspetti finora inediti delle diverse fasi di costruzione delle navi, ma anche della vita del quartiere operaio, ideato dai Cosulich attorno al loro stabilimento. Tra le immagini in mostra nel Centro visite fino al 28 ottobre (mercoledì dalle 9.30 alle 12.30, venerdì e sabato anche dalle 16 alle 19) ce n'è una della piccola piscina del bagni pubblici che si trovavano vicino al teatro, pesantemente danneggiato dai bombardamenti alleati sul cantiere durante la seconda guerra mondiale. Ci sono scorci inediti dei due grandi alberghi edificati per i dipendenti. Le 84 immagini del Fondo Cozzi comprendono la sequenza completa della visita al cantiere navale del re Vittorio Emanuele III, ma non solo. Dai bianco e nero d'epoca emerge la partecipazione di popolo alla festa dell'annessione di Monfalcone all'Italia del 1921, quindi a pochissimi anni dall'avvenimento e con le ferite lasciate dal primo conflitto nella zona centrale della città ancora in bella vista. Quello che, grazie all'ambizioso progetto del Museo della cantieristica, sta riemergendo non sono però solo le memorie "fisiche", ma anche quelle orali, delle famiglie che hanno fatto il cantiere e Panzano. Come il grande nucleo dei Kellner, di cui è stato capostipite Massimiliano, arrivato a Monfalcone da Capodistria nel 1910. Lo si vede a Panzano, in posa, a fianco alla moglie Gisella, circondato dai nove figli. «Sei maschi e una femmina», racconta la nipote, mostrando la fotografia all'assessore alla Cultura, Paola Benes, e al presidente del Ccm Davide Iannis, ieri presenti all'inaugurazionedella mostra fotografica allestita dal Consorzio culturale in via Pisani. «E' importante il recupero della memoria orale - ha detto Paola Benes - per il quale stiamo già lavorando. Abbiamo però anche avviato i contatti con le scuole per coinvolgere insegnanti e studenti in progetti di ricerca e non solo nella fruizione del nostro patrimonio». Il Ccm dal canto suo, ha sottolineato il presidente Iannis, si pone come obiettivo quello di rendere fruibile l'enorme patrimonio rappresentato dalla sua Fototeca. «Così da permettere di riscoprire la nostra identità - ha aggiunto - e quindi capire dove vogliamo andare».

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