Gorizia, i politici replicano agli avvocati: «Sul Tribunale fatto il possibile»
Dai consiglieri regionali goriziani levata di scudi contro il presidente dell’Ordine Gaggioli E dai colleghi di partito del Pd una stoccata al legale: «Non ha mai chiesto il nostro intervento»

I politici goriziani si sono davvero lavati le mani di fronte alla scomparsa del Tribunale di Palmanova? Sullo scippo compiuto da Udine che ha accorpato gli uffici giudiziari palmarini, i consiglieri regionali goriziani, di qualunque schieramento politico, fanno fronte unito: «Abbiamo fatto quello che potevamo fare». E così, il grido di accusa lanciato da Silvano Gaggioli, presidente dell’Ordine degli avvocati di Gorizia, continua a riecheggiare.
Franco Brussa (Pd)
«Le parole di Gaggioli? Non mi coinvolgono, anche perché non sono mai stato contattato direttamente». Franco Brussa mette subito le mani avanti. Ma analizza la questione: «Ci sono state delle indubbie forzature da parte dei politici udinesi, cosa che trovo sbagliata in quanto non è la politica che avrebbe dovuto decidere le sorti degli uffici giudiziari di Palmanova: sarebbero stati più utili dei ragionamenti tecnici. Mi chiedo - prosegue Brussa - se è in atto una disgregazione della provincia come territorio. Anche perché quando cerco di ricordare la storia e la valenza culturale di Goriziaricevo dei sorrisetti, anche da parte dei compagni di partito udinesi...». Ma dunque chi è statto contattato da Gaggioli? «Provate a chiedere a Valenti», suggerisce Brussa..
Gaetano Valenti (Pdl)
«Questo è un messaggio rivolto ai parlamentari, anche perché io mi sono speso parecchio sul Tribunale». Il consigliere regionale pidiellino è sicuro: il fulcro della querelle è Roma. «Purtroppo in Commissione regionale il Tribunale non è un argomento contemplato, ad ogni modo ho parlato con chi sta in Parlamento, ma il discorso è sempre quello: a livello trasversale i friulani sono la maggioranza, mentre i triestini pensano solo a come mangiare Gorizia», graffia Valenti. Da qui un’altra stoccata ai politici udinesi: «Sono scioccato da come questi non difendano l’interezza della regione, ma solamente il singolo territorio».
Roberto Antonaz (Rifondazione)
«Il bravo politico non è quello che porta più soldi solamente al proprio territorio di riferimento, ma a tutta la collettività, perché altrimenti non si fanno più progetti e non si soddisfano più i bisogni dei cittadini». Roberto Antonaz - su questo punto - la pensa come Valenti. Ma sulle parole di Gaggioli, come si difende? «Il presidente si riferiva ad alcuni esponenti politici goriziani ben determinati, diciamo a chi sta governando la Regione adesso», si difende l’esponente di Rifondazione comunista. «Ad ogni modo Gaggioli ha ragione: l’apatia della classe dirigente della provincia goriziana è scandalosa: ma la responsabilità è di chi ha le leve del potere. E di chi appoggia il governo Monti».
Federico Razzini (Lega Nord)
«Pur non essendo stato mai interpellato da Gaggioli ritengo che il presidente abbia ragione: i politici goriziani sono bravi a lamentarsi solo a giochi già fatti, mentre la lobby udinese ha fatto valere il suo peso. Basti vedere in Parlamento: la Provincia di Gorizia non ha peso, c’è solo Alessandro Maran che fa quello che può». Il consigliere regionale leghista Federico Razzini pare quasi allargare le braccia: la vicenda di Palmanova è paradigmatica. «I politici sono poco presenti, basti vedere il discorso delle Province che statuto regionale alla mano o vanno tolte, tutte, oppure le uniche che possono rimanere sono Gorizia e Udine. Eppure la classe politica goriziana si sta dimostrando poco attenta sulla grande provincia che potrebbe nascere tra Gorizia e Trieste».
Giorgio Brandolin (Pd)
«Gaggioli? Non mi hai interpellato, anche perché ritengo che i consiglieri regionali non abbiano potuto avere gran peso sulla questione di Palmanova». Giorgio Brandolin, quota Pd, non si sente imputato. E giudica: «Ritengo scandalosa la pressione friulana per il cambio di competenze degli uffici giudiziari di Palmanova. Purtroppo questa è la logica dei numeri, una logica che io non condivido e che comporta il decadimento di Gorizia e delle sue istituzioni».
Soluzioni per uscire da questo che pare un vicolo cieco?
«Nessuno ha mai pensato che l’unica speranza per l’autonomia di Gorizia sia la collaborazione transfrontaliera - sospira Brandolin -. Con il superamento della provincia vedremo cosa succederà. Mi sorprendono le lamentele quando i buoi sono ben scappati dal recinto. Ma se le prospettive del ruolo futuro di Gorizia sono in pericolo lo si deve alle istituzioni di Gorizia che colpevolmente non hanno fatto quadrato per definire il ruolo della città». Che piaccia, o meno, la colpa è sempre degli altri.
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