Traffico di clandestini trasfertista indagato per favoreggiamento
Maxi-retata con 3 arresti tra Ragusa, Avola e Monfalcone Coinvolto anche un siciliano di 25 anni residente in città

Un trasfertista siciliano residente a Monfalcone è indagato nell’ambito di una maxi operazione scattata ieri in tutta Italia contro una rete di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che sfruttava cittadini bengalesi.
Ieri mattina gli agenti della Squadra mobile sono entrati in casa dell’uomo, classe 1987, per una perquisizione. Le indagini puntano a individuare l’eventuale ruolo del giovane in un’organizzazione transnazionale con base a Siracusa e ramificazioni in tutto il Paese, dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla permanenza di cittadini stranieri senza permesso di soggiorno in Italia.
Sempre ieri mattina e nell’ambito della stessa operazione, denominata «Daka», sono scattati gli arresti per tre persone: Antonio e Sebastiano Canto, padre e figlio, di 60 e 26 anni, e Corrado Caruso, di 39, tutte di Avola (Siracusa). I tre sono finiti in manette per mano degli agenti delle squadre mobili delle Questure di Siracusa e di Trento.
Le misure cautelari sono state eseguite al termine di una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Trento, che ha poi trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica di Siracusa.
L’indagine è stata avviata nell’agosto del 2010 dopo che gli agenti della squadra mobile di Trento riscontrarono anomalie in 63 richieste di nulla-osta al lavoro stagionale (settore agricolo) di bengalesi e presentate tramite il sistema telematico “Sistema per l’immigrazione” (Spi) da Antonio e Sebastiano Canto.
Gli investigatori poi accertarono che erano state presentate 855 domande per lavoro stagionale per bengalesi in 13 province italiane: Reggio Emilia, Mantova, Ragusa, Frosinone, Parma, Salerno, Grosseto, Treviso, Verona, Latina, Parma, Terni e Siracusa.
Dalle indagini è emerso che l’organizzazione aveva la sua base operativa nella provincia di Siracusa. Oltre al caso di Monfalcone, altre perquisizioni nelle abitazioni di alcuni indagati sono state compiute nel territorio di Avola e a Ragusa. I particolari dell’operazione sono stati resi noti ieri mattina durante un incontro organizzato dalle autorità negli uffici della squadra mobile della questura di Siracusa.
Negli ambienti delle forze dell’ordine della provincia di Gorizia si preferisce non commentare nei particolari il ruolo del ventquattrenne residente a Monfalcone: bisognerà attendere il prosieguo delle indagini condotte dalla questura siciliana. Monfalcone non è nuova a indagini di questo genere. Il bacino lavorativo del cantiere di Monfalcone ha portato in città circa quattromila cittadini del Bangladesh, praticamente un decimo della popolazione. Una comunità che, provenendo da un Paese basato su un’economia in gran parte rurale e con altissimi tassi di povertà, rischia di diventare facile vittima di organizzazioni che sfruttano l’inserimento dei clandestini.
La legislazione italiana, infatti, vincola la permanenza in Italia dei cittadini extracomunitari al contratto di lavoro: una caratteristica che rende ricattabile un lavoratore che finisca nella rete di qualche gruppo criminale in cerca di racket redditizi.
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